100 anni della Rivoluzione Sovietica. Rizzo: cento milioni di morti non esistono. De Luca: Avanti, con la nostra Terza Via.

Una delegazione del partito comunista guidata dal segretario Marco Rizzo ha partecipato a Mosca agli incontri per
il centenario della Rivoluzione Sovietica.
Le celebrazioni  si sono concluse con una sfilata sulla Piazza Rossa ed in un clima surreale, alla presenza di cento delegazioni provenienti da tutto il mondo, nel disinteresse della ex Madre patria, il 58% di russi non sa’ nemmeno  del centenario.

Il Partito Comunista russo ha sfilato nella centralissima piazza Pushkinskaya di Mosca ma solo il 29% dei russi conosce gli appuntamenti previsti per commemorare l’evento ed il 9% ha sentito qualcosa ma non ricorda alcun dettaglio. Il mondo è cambiato, ma alcuni nostalgici di Lenin e Stalin non ne vogliono prendere atto.

“Stanno mettendo a tacere la cosa in modo che la gente comune non debba prendere posizione”, ha detto a Kommersant il
segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista Sergey. In epoca sovietica il 7 novembre di ogni anno la rivoluzione d’ottobre veniva celebrata in modo solenne con parate militari e vari eventi pubblici. Dopo il crollo dell’Urss i festeggiamenti sono stati interrotti. Il partito comunista russo – che ancora venera il sanguinario Stalin – continua però a commemorare l’ascesa al potere dei bolscevichi: un fatto storico che adesso divide la società russa. Tra chi la rivendica, come gli attivisti di “Altra Russia” di Eduard Limonov, che oggi a Ekaterinburg hanno provato a incendiare il monumento dedicato a Boris Eltsin, primo presidente russo e fautore del crollo dell’Urss; e chi invece vorrebbe offuscarla. Altro che fine delle ideologie, dice il segretario della delegazione comunista italiana, la rivoluzione sovietica “è di grandissima attualità, perché attuali sono ancora oggi temi come la distruzione dell’ambiente, le diseguaglianze sociali e le guerre”. Sono “la prova evidente della crisi verticale del sistema capitalistico globalizzato e contemporaneamente sono la prova dell’attualità della Rivoluzione Sovietica nel presentare la prospettiva dell’unica società alternativa possibile: quella socialista”.

Il comunismo è rimasto orfano persino nella sua terra natale, ma Rizzo non ne vuole prendere atto. Alla Domanda: ne è proprio sicuro?  Risponde: “Otto persone detengono la ricchezza di tre miliardi di persone, la metà della popolazione mondiale. È evidente l’allargamento della forbice sociale e la necessità di un ritorno al socialismo”.

Quel socialismo bolscevico che anche in Russia è stato negli anni profondamente rivisto e che in molti, lo ‘zar’ Vladimir Putin in testa, vorrebbero cancellare dalla memoria collettiva. Non si capisce cosa ci sia da festeggiare.

A margine nella piazza rossa un corteo più ufficiale per celebrare la vittoria dei soldati della potente armata rossa contro i nazisti a 30 km da Mosca.  Marco Rizzo ha partecipato a entrambe le commemorazioni e ne ha organizzata una che si è svolta in Italia, dove è esistito il Partito Comunista più forte d’Occidente. La manifestazione si è svolta sabato 11 novembre in una desolante presenza grigia e tra lo sventolio di quasi 5000 lavoratori, disoccupati e studenti mobilitatisi al fianco del Partito Comunista e del Fronte della Gioventù Comunista – FGC.

I temi sono sempre i soliti, sconfitti sul piano dell’applicazione pratica in economia e nella forma politica ovunque attuati. Sino ai temi contemporanei dove Rizzo ed i suoi non riescono minimamente ad incidere: dalle politiche antipopolari del governo, all’uscita dell’Italia dall’UE e dalla Nato, dopo essersi alleati agli Stati Uniti durante il secondo conflitto mondiale.

A 100 anni dalla grande Rivoluzione Sovietica, l’unica alternativa alla barbarie di questo sistema è ancora il socialismo per Marco Rizzo, che difronte ai 100 milioni di morti in nome della libertà, periti sotto i crimini “del gigante dai piedi d’argilla”, come ebbe a definire il Comunismo Pino Rauti, disserta in chiave negazionista e nostalgica: «Cosa significa affermare che il comunismo ha prodotto 100 se non addirittura 120 milioni di morti, come fa oggi “Libero”? Nulla. In primo luogo perché si tratta di numeri gonfiati e privi di riscontro storiografico attendibile” – e poi ancora -“penso che il socialismo reale abbia costituito un’esperienza preziosa per le classi lavoratrici, che gli errori commessi debbano essere analizzati ma non possono essere il pretesto per demonizzare quell’esperienza. E soprattutto gli aspetti negativi devono esser contestualizzati. L’URSS era accerchiata, posta sotto assedio economico e militare da tutti gli stati capitalistici, attaccata da 14 nazioni contemporaneamente, quando dovette affrontare la costruzione del socialismo».

“Da un punto di vista della coerenza, giù il cappello contro il nemico storico che di fronte alla realtà non si arrende, in un mondo di mutanti e voltagabbana, ma mentre loro festeggiano i 100 anni di barbarie comunista, noi abbiamo celebrato il crollo del Comunismo – afferma Giovanni De Luca – a fronte delle loro utopie, questa è una realtà. Il Comunismo è sconfitto Non solo sul piano militare, ma nell’applicazione della sua dottrina. Ovunque applicata.  Per combattere il capitalismo, del quale il Comunismo ha non solo la stessa matrice, ma ne è il risvolto della stessa medaglia –  in un preciso contesto storico ne è stato anche il migliore alleato – l’unica alternativa resta la nostra Terza Via”.

“Noi si’, che abbiamo buoni motivi per festeggiare il diritto al futuro ed a poco valgono le loro tetre commemorazioni, sono nostre le Prospettive Future, il sole non sorge più ad Est ” ha concluso De Luca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Precedente Contro i muri delle illusioni di questa Europa dei mercanti. Gioventù Nazionale in piazza S.Oronzo a Lecce. Successivo Il Governo italiano delle Multinazionali contro la sovranità popolare. La democrazia è in pericolo?