Congresso Fratelli d’Italia Lecce. Giovanni De Luca: nella Terza Via l’orgoglio ed il coraggio di continuare. 10/10

  • Editoriale di Giovanni De Luca

C’è stato molto di “nostro” in questo Secondo Congresso Provinciale di Fratelli d’Italia ventitresimo della “Continuità storica ed Ideale” con il Msi, per molti di noi il quinto.

I congressi provinciali ci portano a  Trieste   città altamente simbolica e significativa,  strappata ad un destino tragico mentre “di la’ ” oltre confine ci sono ancora terre nostre: Istria, Dalmazia, Pola, Ragusa. Ne scriveremo.

Nel 1993 abbiamo vissuto con l’amarezza dei sogni infranti il congresso di Roma. Una sorta di “comitato centrale” più ampio dopo le dimissioni di Pino Rauti dalla Segreteria del Msi nel 1991.

Un giorno scriverò, quello che Rauti mi disse sia di quelle elezioni che di quel periodo.

Poi Fiuggi 1995. La nostra corrente minoritaria al cospetto del trionfo plebiscitario del progetto “crisalide” che portò alla nascita di Alleanza Nazionale. Periodo lacerante e per molti di noi, allora pressoché giovanotti militanti dell’ultimo Fronte della Gioventù.

Dopo la scissione e la nascita del Movimento Sociale Fiamma Tricolore, le continue diaspore che ne seguirono ed i Congressi a Chianciano del 1997, di nuovo del 2000 e Montesilvano del 2002. Anni duri, dove ci temprammo al fuoco della sopravvivenza politica nell’orgoglio della Continuità storica ed Ideale, ma anche nell’isolamento. Congressi chiusi sempre con le relazioni finali di Pino Rauti, “lectio magistralis”  di spessore politico, storico, metapolitico, metafisico, destinate a lasciare il segno nel cuore e nella nostra mente, che in quegli anni studiavamo ed iniziavamo ad amministrare i territori.

Da lì al 2014 non abbiamo più preso parte a nessun Congresso, perché Alleanza Nazionale -il partito che si proclamava “liberale”-  non ne celebrò nessuno. Dodici anni di vuoto.

Un congresso ci fu nel 2008 ma era il PDL e da An ne eravamo usciti “schifati” mesi prima.

Già, perché nel 2004 rientrammo nell’ Alleanza Nazionale, allettati da Alemanno e Buontempo per strutturare una opposizione a Fini ed ai suoi colonnelli, ma anche per uscire fuori dalla marginalità politica e per “incidere”. Di quell’Alleanza Nazionale, escluso qualche congresso provinciale entusiasmante come il duello fra Mario De Cristofaro e Saverio Congedo,  nulla di particolarmente rilevante.

2014 altro passaggio storico per la nostra comunità politica. Con l’Officina delle Idee, un impegno attivo di Isabella Rauti, approdiamo in Fratelli d’Italia con poca convinzione sino al Congresso di Fiuggi.

Per qualcuno quel congresso non evocava nessun sentimento, per molti fu’ la città meno opportuna “ricominciare”. Per i contenuti congressuali, il tentativo di recupero delle nostre radici (non ancora pienamente completato), il richiamo ai valori sociali dell’economia corporativa contenuti nella relazione di Gaetano Rasi il discorso finale di Giorgia Meloni, eravamo a casa.

Essere a casa, per noi, non ha mai significato deporre le armi della battaglia per un cambio di strategie e metodi di approccio alla lotta politica. Anzi, ad un mondo “fuori”, corrispondeva e corrisponde una precisa lotta anche per la “trasformazione” del nostro mondo “dentro”:

1 – la mancanza di un linguaggio e di mezzi idonei ad affrontare la sfida nel 2017.

2 – la poca propensione ad approfondire i problemi sociali, attraverso lo studio dei dati a nostra disposizione, per tradurli in offerta politica.

3 – la definitiva chiarezza sul modello di economia della quale il partito si vuole fare portatore nella società.

Tre questioni impellenti.  Bisogna farsene carico. Il partito c’è, è ricco di risorse professionali e culturali, necessita ancora di una indispensabile organizzazione verso la quale continueremo ad essere esigenti, inflessibili e determinati. Polemici! –  se qualcuno penserà che la vita di partito è un passatempo. 

Il Partito è militanza, impegno, sacrificio, rinuncia, privazione degli affetti, prima linea, trincea ideale, centro di elaborazione di dottrine e metodi. Su questo versante non molliamo un centimetro. Qualcuno ci ha convinto a rientrare perché stavamo per compiere un grosso errore e di questa uscita non eravamo tutti d’accordo in Prospettive Future. Chi è rimasto a dentri stretti, se pur marginalizzato dalla gestione recente c’è  ed ha raggiunto un buon posizionamento alle primarie di ieri, le continue adesioni hanno aiutato a voltare pagina e con queste  non permetteremo assenza di procedure chiare, statutarie, trasparenti, inclusive e carenza di programmazione.

Non abbiamo fatto mancare il nostro apporto in questo Congresso. Un valido contributo di contenuti utili al dibattito sintetizzati in Terza Via.

L’immancabile tavolino con i libri, “l’Aquila e la Fiamma”, la Storia della componente nazionalpopolare di Pino Rauti che innegabilmente continua a destare un affascinante influenza sulle generazioni.

 Gli interventi “dei nostri”. Apprezzati. Accettati come spunti utili dai quali ripartire.

Siamo già al lavoro.

Subito le tre conferenze per la presentazione del libro “L’Aquila è la Fiamna” a Lecce, Brindisi e Taranto.

Il secondo numero di Terza Via, dedicato alle tesi congressuali comparate con le nostre, proprie di Prospettive Future.

Una ristampa di documenti storici del Partito che riguardano Trieste.

La limitatezza dei fondi, la scarsa accessibilità a fonti di finanziamento ed autofinanziamento,  in un periodo così gravato dalla crisi generale, influisce non poco sulla nostra capacità di penetrazione nel tessuto sociale ed elettorale. Malgrado tutto non ci abbattiamo.

Il titolo di Terza Via, è l’emblema dal quale traiamo la nostra forza. Le parole di Pino Rauti: « Dopo la sconfitta del 1945 la propaganda antifascista non cessava di martellarci. Se si è mobilitato il mondo intero contro di noi, pensammo allora, vuol dire che siamo stati qualcosa di grande. E noi, che del fascismo in fondo sapevamo poco, trovammo così l’orgoglio e la volontà di continuare» Oggi come ieri, continuiamo.

 

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