Il coordinamento regionale FDI alza la voce. Il partito cresce!

“Un nuovo centrodestra è possibile se si corre uniti e si supera la logica del rito chiuso, verticistico e autoreferenziale nelle scelte”.

E’ questa in sintesi l’analisi politica del dopo voto amministrativo 2017 dell’esecutivo regionale delle Puglie. Il Partito cresce ovunque e dove il presidio della militanza e’ ancora ben strutturato ed il lavoro è continuativo, vincono anche Sindaci di Fratelli d’Italia come nel caso di Terlizzi, Ninni Gemmato,  che risulta la vittoria più visibile ed altisonante.

Poi la riunione è scivolata su un’analisi più approfondita e sull’approccio con gli alleati di coalizione, o secondo noi, presunti tali.  “Stop a leadership autoreferenziali, scelta di candidati che abbiano un percorso culturale e di militanza, una storia, un’identità ed una formazione politica; raccordo con le realtà sociali ed economiche per arricchire la proposta politica, sintonia con aspirazioni e bisogni delle comunità”. Sono alcuni dei punti cardine di un documento politico  sottoscritto da Marcello Gemmato (coordinatore regionale e componente dell’esecutivo nazionale),  Erio Congedo (consigliere regionale) e dai coordinatori provinciali Filippo Melchiorre (Bari), Raimondo Lima (Bat) Giandomenico Pilolli (Taranto), Luciano Cavaliere (Brindisi), Giandonato La Salandra (Foggia), Pierpaolo Signore (Lecce) e Giuseppe Maggiore (Gioventù Nazionale). Si legge ancora: “laddove il centro destra presenta proposte politiche di qualità e candida i propri uomini, selezionati con metodi di partecipazione e di condivisione, questi vincono, non consentiremo a nessun capo di partito di far deragliare questo progetto. Chiunque optera’ per scelte diverse si attesterà la paternità di una sconfitta, che nasconde, evidentemente interessi differenti da quelli che distinguono la buona politica dalla politica di interessi”.
Il riferimento sembra generale ma nello specifico riguarda i fatti del capoluogo salentino.
Le intenzioni nel documento sono buone, non si comprende però a chi, ed in che modo, risponderanno i vari  Paolo Pagliaro ad esempio, che portando nella fase della formazione delle liste e l’individuazione del metodo per il successore dell’ottimo Paolo Perrone, la sindrome di Nimby, con il famoso ritornello della “discontinuità” con la giunta uscente, dalla quale richiesta è partita una escalation pubblica che ha coinvolto tutto il centro destra trascinando tutti nella confusione e poi nella sconfitta, oggi continua a blaterare sterili enunciazioni politiche senza che qualcuno lo richiami ad un senso di  maggiore riflessione.
Il giornalista Bruno Vespa, ha in parte colto nel segno quando rivolto a Forza Italia ha chiesto se per la voglia di affossare Fitto, si sia sacrificato Giliberti e la vittoria. Non è del tutto esatto.
Forza Italia pochi giorni prima aveva ottenuto nel rimpasto di giunta la nomina asessorile in capo a Nunzia Brandi, quindi Forza Italia chiedeva di fatto, discontinuità da se stessa, un non senso politico, dal quale sono partiti, poi, una escalation di errori nei quali si sono incuneati i nostri avversari e si è costruito tutto un immaginario collettivo fatto anche di stati emozionali collettivi colpiti dagli avvisi di garanzia del giorno antecedente alla presentazione delle liste e dell’ultimo anno in generale. L’epilogo è storia arcinota.
Posto in essere che per il recente passato non pagherà nessuno, vorremmo capire in futuro, in quale organismo decisionale sarà insediato il tribunale politico per i ras ed i megalomani che affollano i posti piu visibili del desueto centro destra.
Dal coordinamento regionale, nessun cenno invece, per le numerose lamentele provenienti dal territorio leccese e per le richieste di trasparenza nella conduzione del partito in provincia di Lecce.
A molti lettori di TerzaVia, interessa comprendere  se il coordinatore regionale, Macello Gemmato, vorrà svolgere il suo compito fino in fondo ascoltando la sacca di scontento che sta gonfiando e che se non dovesse trovare un epilogo giusto e scontato nella mediazione opportuna e provvidenziale anche del neo consigliere regionale Saverio Congedo (che è anche leccese e del quale l’azione politica è già ben visibile sul territorio per il valore aggiunto che ha manifestato nella recente tornata elettorale) si trasformerà a breve in una continua e drammatica emorragia.
Il Partito a Lecce vive solo per l’impegno del settore giovanile e di qualche dirigente. Le cariche provinciali sono fluttuanti e conferite sulla base della fedeltà al portavoce provinciale, del quale, i risultati elettorali sul territorio appaiono a dir poco deludenti. Le riunioni sono sempre più improvvisate e discontinue, i rappresentanti Istituzionali in provincia di Lecce si contano sul palmo di una mano.
Il Presidente del Condiglio Comunale di Novoli, Giovanni De Luca, in ordine e grado la figura Istituzionale piu alta in provincia di Lecce, si è recentemente autosospeso. Il coordinatore cittadino di Lecce, Antonio Mazzotta ha ribadito così le sue dimissioni scrivendo alla nostra redazione: “il portavoce cittadino conferma la volontà di rimettere il suo mandato all’assemblea cittadina. Fortemente convinto che le nomine devono essere espresse dalla base soprattutto in una fase di crescita del partito. Ciononostante ribadisce con veemenza che il partito deve essere aperto e plurale, aprirsi alle voci critiche e contrarie, con lo scopo unico di crescere. L’opposizione fine a se stessa non porta da alcuna parte”.
È il momento cruciale. A Lecce il partito è pronto a cacciare le ali e diventare una meravigliosa farfalla e spiccare il volo, oppure a cadere in terra e strisciare come un bruco.
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