Il recidivo

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio” dice il detto, ed ora lo conferma l’ennesima sfiducia che Antonio Sozzo ha firmato, coordinandone l’appuntamento con il notaio ed i tempi con le opposizioni, contro l’Amministrazione di “Novoli Protagonista”.

Quella amministrazione e quel gruppo portatore di un forte progetto di rinnovamento, che lo aveva voluto assessore esterno anche se i novolesi non lo avevano eletto.  Voluto.

Una sfiducia cinica quella di Antonio Sozzo mirata a colpire personalmente e politicamente Gianmaria Greco, poiché in Giunta lo aveva voluto il Sindaco,  sacrificando il consigliere più suffragato Piergiuseppe De Matteis e forzando la mano sull’ipotesi-giunta in capo a Giovanni De Luca che ne aveva più diritto.  Anche per numero di voti, tantissimi,  ben 305.

Chi ha tradito una volta, ha una probabilità tre volte maggiore di rifarlo in una nuova relazione, rispetto a chi non lo ha mai fatto.

Ed infatti é successo.

Se hai tradito in passato, sarai più predisposto a farlo di nuovo, ed ora Antonio Sozzo coordina le telefonate per riempire una lista completamente vuota e priva di prospettive per Palomba Sindaco. Ma non é solo la velleità dei due, alla base delle reali motivazioni della sfiducia.

Bramosie personali ed altro, per le ambizioni del “tandem delle velleità”, ma Novoli non li ritiene affidabili.

Se il nostro passato, dunque, ci dice qualcosa sul nostro futuro, tanto vale prestargli orecchio.

Noi di “Terza Via” siamo convinti che sia possibile imparare dalle esperienze e dagli errori, tutti fatti in buona fede nell’inserire in lista Antonio Sozzo e Pasquale Palomba.

Si può ricominciare specialmente se si tratta di questioni politiche e noi, ma anche Novoli (che Antonio Sozzo non l’ha voluto eleggere)  non abbiamo dimenticato quanto accaduto fra il 1992 ed il 1993.

Antonio Sozzo era allora un giovane consigliere della Democrazia Cristiana che non mancava di creare turbative di non poco conto in seno alla compagine che governava Novoli, come accennato nell’articolo di domenica scorsa, tanto da contribuire, anche allora,  ad accelerarne la disfatta.

Antonio Sozzo fu protagonista, allora, di una missiva indirizzata al Sindaco e parallela ad una petizione sottiscritta da 27 tecnici e maestranze locali (5 se ne dissociarono successivamente) per chiedere lo sblocco di alcune lottizzazioni ed altro, intimando alla maggioranza – con metodi che furono ritenuti allora coercitivi – azioni che procurarono, insieme ad altri consiglieri di una raccolta firme e sfiducia del primo Sindaco eletto con il maggioritario ed espressione del popolo.


Quarta fu costretto a scrivere al Prefetto ed agli ordini professionali a difesa della sua immagine e di quella della maggioranza, sottolineando, poiché probabilmente era a conoscenza delle reali motivazioni di quei sottoscrittori,  che “amministrare significa operare nel rispetto delle Leggi e nell’interesse pubblico per affrontare i problemi locali dando priorità a quelli urgenti ed indifferibili”.

Lo significava allora, come oggi.

Due fatti analoghi, due sfiducie ed il solito protagonista che nel silenzio e nel momento opportuno, agisce come se nascondesse qualcosa.  Come se le sue azioni fossero mosse da terzi. Fili tirati sulle corde del dubbio: che cosa é successo oggi come allora?

Quali le reali motivazioni della sfiducia a Gianmaria Greco?

L’ex Vice Sindaco Pasquale Palomba (fra i firmatari della sfiducia) ai microfoni di una emittente locale, ha avuto modo di richiamare preoccupazioni per la situazione della Fondazione Focara.

Il discorso non regge.

Pasquale Palomba della Fondazione Focara non se ne era mai interessato prima, tanto da affermare in una riunione di maggioranza, mentre Giovanni De Luca insisteva su un cambio di rotta: “a me della Fondazione Focara non interessa nulla”.

La domanda torna ancora di straordinaria attuale: che cosa nascondete?

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