Nei giorni scorsi il Sindaco di Racale Donato Metallo ha scritto al Ministro dell’Interno Matteo Salvini a proposito della circolare inerente il contrasto ai venditori abusivi sulle spiagge. Una missiva che ha riscosso molte critiche e che accentua un conflitto fra importanti cariche dello Stato: “Non manderò i miei vigili a fare la guerra ai poveri”.
“Le scrivo per dirle che io i miei Vigili non li manderò a pattugliare le spiagge ed a sanzionare i venditori ambulanti, i “vu cumpra’” come li chiama qualche suo Senatore”, scrive in maniera provocatoria Metallo, esponente fra l’altro del Partito Democratico. “Non li manderò perché i miei vigili hanno altro da fare, più importante, più giusto. Sono lì a prevenire i reati ambientali, grandi e piccoli, sono lì a fornire aiuto a cittadini e turisti, sono lì a mandare via i parcheggiatori abusivi (quasi sempre italiani ed affiliati alla malavita”.
Fin qui una scelta opinabile ma non grave. Il Sindaco di Racale sarà pur libero di individuare una scala di priorità sulla quale dare conto ai suoi cittadini. L’avesse chiusa lì, non avrebbe destato polemiche.
Invece si lascia andare ad una serie di accuse gravi che rischiano di implicare uno scontro extra politico. Afferma che i suoi Vigili “Sono lì a prevenire i reati ambientali, grandi e piccoli, sono lì a fornire aiuto a cittadini e turisti, sono lì a mandare via i parcheggiatori abusivi (quasi sempre italiani ed affiliati alla malavita… però quelli per voi signor Ministro non sono un problema), sono lì a evitare incidenti, a salvare vite umane, a salvare vite umane“.
Una frase lesiva dell’onorabilità del Ministro degli Interni che secondo il Sindaco Metallo sarebbe responsabile di una omissiva lotta ad un aspetto della mafia.
“Signor Ministro – conclude Metallo – la legalità non la preserviamo non facendo vendere un accendino o una collanina, o cocco e mandorle, la rispettiamo ogni giorno noi Sindaci in tanti e difficili modi, mettendoci contro la malavita e facendoci bruciare la macchina, denunciando le tangenti ed i grandi evasori, spiegando casa per casa come si fa la differenziata, portando i bambini alle giornate ecologiche, costruendo parco giochi inclusivi e nuove biblioteche, creando scuole di teatro comunali, garantendo scuole sicure e Gesù sorride di più, signor Ministro, quando vede ciò, sorride di più di quando viene appeso in ogni classe”.
E’ certamente qui, che cresce in un giovane imprenditore salentino un sentimento di “sconforto” che si tramuta in impegno civico, coscienza civile, democratico esercizio del pensiero che diviene azione politica. Il Vice Presidente di Gioventù Nazionale di Lecce Federico Felline prende carta, penna e scrive una lettera pubblica ricca di contenuti.
f.to Federico Felline
Non c’è nulla altro da aggiungere. I contenuti presentati in maniera chiara ed esaustiva da un giovane lavoratore salento, stendono politicamente al tappeto il Sindaco di Racale Metallo e la sua voglia di balzare alle cronache nazionali con una lettera dai contenuti discutibili. Pareri secondo il nostro punto di vista che potrebbero apparire, a tratti, lesivi dell’onorabilità delle Istituzioni. Chiediamo se sia corretto il comportamento di questo Sindaco, sia in termini politici che amministrativi.
Terza Via sta ultimando un lavoro d’ inchiesta sul volume d’affari che producono la vendita di quelle che il Sindaco di Racale Donato Metallo ritiene una semplice vendita di “un accendino o una collanina, o cocco e mandorle”. Milioni di euro sottratti al Made in Italy e che spesso rimpinguano le casse delle organizzazioni malavitose perché è bene ricordarlo, la mafia trae ricchezza e giovamento anche attraverso lo sfruttamento della manodopera straniera, in fabbriche semi abusive esistenti anche in Italia, crea nuovo schiavismo, sfruttamento e danneggia il mercato lecito nonché il lavoro di milioni di italiani onesti.
Appare grave che un Sindaco non lo comprenda. Qualora, sarebbe grave per la sua comunità amministrata e per il messaggio che si lancia oltre quei confini comunali. Ci sarebbe da interrogare i commercianti di Racale, per capire cosa ne pensano.