Lecce elezioni a breve? No! Dovete amministrare.

La vittoria del “papocchio” a Lecce è stata costruita su determinati presupposti.  Ci sono i meriti di un’intesa inqualificabile che mostra agli occhi dei critici tutta la mediocrità dell’attuale deterioramento politico favorito da una classe dirigente opportunista, figlia dei tempi e dedita all’adattamento pur di raggiungere il potere. C’è tutto ed il contrario di tutto,  anche mal giudicare l’avversario del momento. Si supera, vergognosamente si dimentica, in maniera inverosimile ci si abbraccia, con sentimenti falsi, intrisi da parole di circostanza poiche’ per alcuni l’obiettivo è raggiungere la “cadrega” e per altri non perderla, dopo averla avuta per quattro lunghi anni. È piaciuta, ha fatto comodo, dava prestigio e ripartiva fette di quel sistema arrogante e giudicato delinquenziale e se proprio non lo si può governare da primo cittadino,  allora non va più bene ed è giusto rinnegarla e vituperarla. Di conseguenza ci si allea con il nemico perché secondo vecchie logiche, pur di raggiungere un obiettivo,  il nemico del mio nemico diventa mio amico. Tradimenti come tanti ce ne sono, alla fine di vicende cupe in brutte pagina di storie.

Ciò che è grave non è tanto l’accomodamento di posizioni precedentemente in antitesi, quanto l’influenzabilita’ delle masse che dimostrano sempre di più uno scarso senso critico ed insensibilità al cattivo gusto. Non ci si lamenti a nessun livello: ogni popolo ha il governo che merita.

Ci sono meriti di furbi, che vincono sui prepotenti.

Ci sono demeriti anche per noi, legati fino a ieri da troppo rispetto immotivato a nostri sodali accomodati ed accomodanti, pubblico di uno spettacolo disdicevole che lede la nostra immagine quando ci si chiede: “e voi che state a fare?” – Il nostro buon senso impone solo una doverosa difesa di parte: a Lecce manteniamo una posizione per non riconsegnare un sogno, Fratelli d’Italia, alle vecchie logiche dell’Alleanza Nazionale.

Stiamo cercando di sforzarci,  ma  non riusciamo a trovare meriti da nessuna parte, se non quelli dei furbi sui prepotenti appunto, però siamo certi che la furbizia non costruisce su basi solide e siamo stanchi di dare fiducia.

A Lecce, come nel resto d’Italia, chi ha vinto ha il diritto di governare anche senza i numeri, del resto mancano le idee e la dignità, ci si preoccupa dei numeri? Si troveranno strada facendo se è vero come è vero il detto :”fatta la legge trovato l’inganno”, fatta l’amministrazione a Lecce si troverà sempre un motivo per accordarsi. Meglio una Caporetto, una vittoria mutilata, che una Waterloo.

Veniamo al nodo politico-amministrativo. Come voterà in Giunta un atto in discontinuità con quello emanato in precedenza, caro Vice Sindaco? Come si farà a votare coerentemente una precisa assunzione di responsabilità quando il Partito Democratico chiederà al Sindaco di cambiare “aria”? Non basterà stampagnare le fenesce e non accetteremo assenze “strategiche” dalla seduta di Giunta.

“La forza della vostra intesa – scrivi- sarà legata all’energia che eprimerete,  nel momento in cui sarete chiamati a tenerla salda, non quando altri proveranno a indebolirla o a condizionarla”, noi crediamo invece che si mostrerà quando il nuovo si incontrerà con il vecchio che è durato ben quattro anni. Non è vero quando si afferma che amministrate  entrambi senza partiti alle spalle, occhio che non vi leggano UDC e PD! Non sono presuntuosi e superficiali come una ex frequentazione, sono freddi e cinici calcolatori.

Non si amministra perché si hanno “alle spalle alcune esperienze comuni: estati giovanili trascorse a San Cataldo al Lido York; anni sportivi consumati sui campi di pallavolo”, egregio Vice Sindaco, avremmo consigliato al buon Giliberti di spostarsi di un Lido, se si stesse organizzando una gitargitarella al mare.  Qui si tratta di governare una Città con le sue frazioni, in piena crisi economica internazionale, stritolati dai patti di stabilità con problemi che siete già chiamati ad affrontare che non sono più una delega “alli passatiempi”.

Nessuno ha intenzione di mandarvi a casa, non dovranno esserci alibi al momento del voto, le minoranze che vi hanno sostenuto al primo turno, ma soprattutto le non poche spinte politiche legate ad interessi urbanistici ed all’industria culturale sulla Città che vi hanno fatto vincere al ballottaggio,  si renderanno presto conto che due storie totalmente opposte, quelle del partito democratico e quelle degli ex finiani, con l’aggravante patologica degli sbalzi d’umore post trauma ideologico cronico, non diventeranno mai un unico Popolo.

Quante giovani promesse abbiamo visto sparire nel mare della politica, quando si sono forzati i tempi e si sono praticate alchimie pur di raggiungere il potere.

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