Lecce. Va bene il messaggio ma ora ANDATE IN CONSIGLIO!

Nel verbale dell’Ufficio elettorale centrale di Lecce che ha attribuito il «premio di maggioranza» di 20 seggi al nuovo sindaco Carlo Salvemini, Alcide Maritati ha fissato un concetto chiaro, una interpretazione della legge, quella dell’Ufficio elettorale che «trova il suo avallo nelle ragioni che hanno ispirato numerose decisioni assunte dal Consiglio di Stato nell’ultimo decennio» fino ad ora: «È evidente che “voti validi” non possono non essere ritenuti anche quelli espressi (nel complesso meccanismo elettorale e, potenzialmente, nel doppio turno) per i candidati alla carica di sindaco». Tutte ispirate al «principio maggioritario», che farebbero prevalere la «governabilità» rispetto alla «rappresentatività».

Anche su questo presupposto, il centrodestra si prepara a presentare ricorso al Tar.

Intanto nell’aula di Palazzo Carafa dove c’è stata la cerimonia di proclamazione dei 32 eletti, erano presenti i 20 esponenti di maggioranza e per le minoranze il solo rappresentante dei 5 Stelle Fabio Valente quest’ultima una posizione sicuramente più lineare.

Il Sindaco uscente Paolo Perrone, il meno colpevole -almeno nella fase iniziale delle trattative-  della storica, epocale e clamorosa sconfitta sostiene altro:  “Qualora un candidato alla carica di sindaco sia proclamato eletto al secondo turno, alla lista o al gruppo di liste ad esso collegate che non abbia già conseguito almeno il 60% dei seggi del Consiglio, viene assegnato il 60% dei seggi, semprechè nessuna altra lista o altro gruppo di liste collegate al primo turno abbia già superato nel turno medesimo il 50% dei voti validi. – Questa la lettera della norma. –  Appare evidente che il fatto che al primo turno una lista o un gruppo di liste abbia superato il 50% dei voti validi – precisamente il centrodestra – impedisca l’assegnazione del 60% dei seggi alla coalizione del candidato sindaco che ha vinto il ballottaggio. È chiarissimo. Poi chiede: “È possibile che in un Paese normale l’esito del voto, espresso banalmente dall’oggettività dei numeri, sia soggetto a interpretazioni discrezionali? È possibile che in un Paese normale si contempli la possibilità di un “voto a perdere”, cioè una espressione delle preferenze degli elettori a cui si può evidentemente rinunciare senza problemi? E conclude: Noi siamo convinti di no e vogliamo che sia fatta giustizia della volontà dei cittadini leccesi che hanno scelto uomini e donne da cui farsi rappresentare”.

Intanto Mauro Giliberti, rispedisce al mittente la proposta provocatoria avanzata da parte del Sindaco Carlo Salvemini che nei giorni scorsi aveva scelto con ingerenza e prevaricazione sulle minoranze, nella figura del suo diretto avversario battuto 2 -1 al ballottaggio grazie al ribaltone dei voti serviti alla sinistra da parte di Alessandro Delli Noci, il possibile Presidente del Consiglio Comunale.

Caro Carlo – scrive Giliberti – GRAZIE, MA NON POSSO ACCETTARE. Ho atteso a lungo prima di rispondere alla Tua proposta di assumere il ruolo di Presidente del Consiglio Consiglio Comunale,  ma l’onestà intellettuale e la lettura serena della norma mi impongono di considerare il fatto che la mia coalizione aveva “già” conseguito il 50% al primo turno.  La vicenda avrà un suo corso nelle aule della giustizia amministrativa, in cui ripongo piena fiducia.  Nella vita mi sono imposto di comportarmi in un modo che mi consenta di guardare dritto negli occhi i miei figli quando diverranno adulti. Scopriranno fuori dalla loro famiglia che esiste al mondo chi ti dà la mano davanti e poi ti volta le spalle appena può. Ma sapranno che si può essere ancora oggi persone perbene. A qualunque costo.
Per queste ragioni oggi ritengo giusto e rispettoso nei confronti di chi mi ha sostenuto e non è entrato in Consiglio, non accettare la Tua proposta di presiedere l’aula. In questa decisione, come sempre in questi mesi e come avrei fatto se avessi vinto, ho ascoltato tutti coloro i quali hanno inteso consigliarmi ma ho poi deciso con la mia testa ed in totale serenità”.

Mauro Giliberti ormai non stupisce più per serietà, educazione, umiltà e senso delle Istituzioni, doti e comportamenti non proprio comuni al vecchio centro destra, al vecchio centrosinistra, ed a molti giovani già vecchi fra le fila degli scilipotiani leccesi.

Ma ora è arrivato il momento di dimostrare coraggio e fermezza, staccandosi dalla linea politica confusa e senza leadership del centro destra ed andare in consiglio, a combattere, delibera su delibera, rigo su rigo, interrogazione su interrogazione consiliare sugli atti di giunta. Con apposite mozioni. Insomma: fare opposizione!  Un ruolo che i leccesi hanno conferito ai perdenti al di là di alchimie, doverosi ricorsi paralleli alla politica ma che devono seguire le aule dei tribunali amministrativi, mentre la politica deve seguire le aule della politica. E le piazze.

Caro Mauro, hai il dovere di andare in Consiglio ed andare prima che i tuoi colleghi ti trascinino nella figuraccia che è dietro l’angolo, che faranno già al terzo Consiglio, dove, se non ci si presenterà allora sarà decadenza certa.

Iniziamo. Tu in consiglio, noi dalla piazza con un Movimento per Lecce.

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