Lo strano Sovranismo sulla via della Lega. L’unica idea Federale è quella degli Stati Uniti d’Europa

  • Di Domenico Fonti

Una delle grandi questioni che da sempre ha accusato la destra è la perdita della sovranità delle sue battaglie storiche, come anche la sua vocazione movimentista.

Dunque la destra sociale deve essere propulsore di un detto distinguo sul metodo di affrontare tematiche populiste della Lega. Sulla via della Lega, come San Paolo sulla via di Damasco, si sono convertiti i sovranisti che hanno fatto la storia di Alleanza nazionale che il congresso di Trieste ha consegnato alla storia, purtroppo deludente, della storia politica Italiana. Nonostante Matteo Salvini cerchi di allargare il consenso sul resto d’Italia aggregando quei reduci, sul tema sarebbe utile non fare confusione. La Sovranità è stata da sempre una battaglia della destra Italiana che ancora non è compiuta. Su questo argomento una questione non più rinviabile è il cosidetto Presidenzialismo del quale già il Movimento Sociale Italiano, ne fu proponente. Con la Casa delle Libertà e la parentesi politica di Alleanza nazionale questa battaglia è stata trascurata, lasciando spazio al federalismo della Lega.

Oggi c’è uno strano Sovranismo, quello portato avanti dalla Lega e sposato dagli ex colonnelli di Gianfranco Fini, soprattutto all’indomani del referendum sulle autonomie locali nel tentativo di fare da contraltare a Fratelli d’Italia che rappresenta la continuità con il Movimento Sociale Italiano.

Un Sovranismo, quello della Lega, confuso con la Sovranità nazionale. Ecco che la destra rappresentata da Fratelli d’Italia ha il dovere di far emergere i distinguo dal partito di Salvini che rimanda a tempi migliori il progetto federalista in Italia. Alemanno spiega che “il voto a favore dell’autonomia è stato un atto dovuto per non mettere in discussione il trend positivo del centrodestra”. Dunque, ancora una volta, gli ex colonnelli di Fini, non hanno imparato nulla degli errori del passato. Ancora una volta preferiscono essere accomodanti svendendo il valore dell’unità nazionale, compiendo una scelta di campo imbarazzante il cui ruolo è quello di fare semplicemente i racimolatori di voti per la Lega. Ma ai nuovi Sovranisti folgorati sulla via della Lega, bisogna chiedere se l’autonomia non rischia di allargare ancor di più il divario tra settentrione e meridione d’Italia.

Bisogna ragionare sui “nove decimi” delle tasse che rimangono sul territorio e chiedersi se saranno uguali dal settentrione al meridione d’Italia sia per sviluppo che per demografia che purtroppo è in calo sia per denatalità che per fattori legati all’emigrazione. I veri Patrioti sono i meridionali che hanno lasciato la loro terra trasferendo le ricchezze per il settentrione d’Italia. Eppure il nostro meridione al contrario del settentrione era ricco economicamente che demograficamente. Già nel meridione (invito a visitare la cattedrale di Mileto in provincia di Vibo Valentia) era stata costruita durante il Regno delle due Sicilie con tecniche antisismiche. In che modo si potrà garantire il servizio sanitario; il servizio di pubblica sicurezza oggi in affanno; il servizio di Difesa nazionale; il servizio di istruzione; il bilancio dei comuni. Dovremmo avere il coraggio di riprenderci in mano due battaglie: la prima sul Presidenzialismo, la seconda contro le regioni, abolendo la legge Delrio, che ha cancellato la sovranità e la democrazia dei cittadini ma non le province, puntando sul rafforzamento dei queste ultime e dei comuni.

E’ importante fare un passo avanti verso l’Europa, rispetto coloro i quali si fermano alla critica.  Come già sostenuto, siamo quella parte politica che è chiara nell’affermare il concetto di Sovranità Patriottica che si esprime nel Presidenzialismo e nell’idea di Europa federalista degli Stati sovrani, che trovi  nel rispetto delle singole esigenze degli stati un comune denominatore ed in politica estera, una sintesi. 

 

 

L’unica idea federalista che possiamo accettare è quella degli Stati Uniti d’Europa, immaginandola come il ceppo di una identità comune dei singoli Stati nazionali nella quale difendere, con pari dignità, le esigenze dei vari Popoli Europei nei quali affonda le sue radici identitarie, non più marginale sul campo internazionale e che abbia una vera vocazione nazionale delle Patrie che in essa si riconoscono.

Domenico Fonti – Terza Via Regione Calabria. 

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