È morto il Camerata Augusto Palmarini

di Giovanni De Luca

Chi scrive non ha fatto in tempo a perdere il treno dell’ultimo Msi. Per quella strana ironia della sorte, dove agli appuntamenti che contano non ci siamo mai arrivati, al limite ci siamo arrivati in ritardo, a quell’appuntamento molti di noi arrivarono in tempo.

Arrivarono in tempo per salire le meravigliose scale, di uno dei palazzi più belli del centro storico di Lecce, immenso palazzo per tutti noi: la federazione di Via Vignes.  La Federazione di Via Vignes era, a tutti gli effetti, la sede ideale per la Federazione del Movimento Sociale Italiano.

Grande, immensa, degna della migliore Federazione della “Casa del Fascio” qualora ci fossimo trovati fra il 1922 ed il 1945, nobile decaduta malandata ma degna per chi invece volle sedere dalla parte del torto e non certo perché gli altri posti erano occupati. Più che altro per scelta fatta così,  fumando una sigaretta con il sole in faccia dell’ultimo giorno di Salo’.

Di quei ragazzini adolescenti che marinavano la scuola per poter vivere a pieno la Federazione, pochi avevano l’onore di partecipare ad un esecutivo provinciale, perché allora, i secchi di colla ed i manifesti erano la giusta e legittima aspirazione del miglior militante. Si. Ed era giusto così, perché senza gavetta e senza militanza si rischia di essere la peggior classe politica che questa Repubblica potesse meritare. Ed infatti.

Ma una sera, una sera di quel lontano 1992, io le grida di Giorgio Bortone e Mario De Cristofaro, le ho ancora vive nei miei ricordi. Così come, chiudendo gli occhi, ricordo ancora Gerardo Filippo, Massimo Basurto, Fedele Pampo, Adriana Poli Bortone. Ed Augusto Palmarini, allora idolo di noi più piccoli anche perché proprietario di frequentatissimi locali giovanili.

Inutile negarlo, chi la faceva da padrone su di noi giovanissimi, era Mario De Cristofaro, perché sapeva “arringare” le folle, imporsi con una certa personalità tipica del personaggio, perché di tutti i missini era quello più “fantastico”. Rumoroso. E poi c’era Augusto, silenziosa presenza che c’e’ stata sempre e puntualmente nei momenti più difficili di noi più irrequieti “con quelli del partito”. Così definivamo noi militanti dell’ultimo Fronte della Gioventù, la classe dirigente del Msi quando volevamo “rimarcarne” le distanze.

Da lì a breve solo tanti dispiaceri. Come quelli delle elezioni politiche del 1994 quando l’effetto Berlusconi portò in parlamento tutti, meno che Augusto per uno sfortunato gioco del destino.

Come nel 1995 nel momento più acuto della fase precongressuale di Fiuggi, quando in tutti i modi cercavamo di ostacolare dove era possibile i congressi cittadini, Augusto ci invitava alla “calma”, perché quella svolta “si doveva fare”.

Come recentemente, a ridosso fra le elezioni europee del 2014 e le regionali del 2015. I problemi al nostro interno non è che siano mai cambiati “con quelli del partito”. Augusto era ancora lì, fuori dalla sede dell’incontro, che nel frattempo non era più una federazione nobilmente decaduta ma un B&B. Augusto ci ripeteva: “calma”, perché quella cosa “si doveva fare”.

Ecco, di Augusto ricorderò sempre il senso del dovere nei confronti del partito e la sua coerenza al cospetto delle sue scelte, che puntualmente non furono mai le mie, però Augusto era sempre fuori dalla stanza delle decisioni a fumare una sigaretta ed a parlare anche con il più giovane dei militanti,  lui le ragioni dei giovani le capiva, le assecondava, le rispettava.

Perché in questo mondo maledetto, non siamo mai andati d’accordo su nulla, ma ci siamo veramente e profondamente voluti bene.

Oggi la notizia della sua dipartita l’ho appresa da Erio Congedo in Assemblea Regionale. Eravamo nel partito Augusto, ciao, riposa in pace.

Camerata Augusto Palmarini!

Presente!

Precedente Il Movimento per Novoli liquida l'opposizione di Cambia Novoli ed incalza "Per Novoli". De Luca: il Commissario porti a compimento i concorsi. Successivo Non lasciate il "vuoto". Dite la verità per non essere consegnati alla storia di Novoli come Traditori!