Non lasciate il “vuoto”. Dite la verità per non essere consegnati alla storia di Novoli come Traditori!

 di Giovanni De Luca

Credo che siano necessarie alcune riflessioni utili a “sintetizzare” la parola “tradimento”.

Il termine rimbalza spesso nelle interviste ai vari leader di partito segno che la questione è molto diffusa, un male dei nostri tempi.

Che cosa significa “tradire”? Chi tradisce veramente il proprio paese o la propria comunità?

Il concetto di tradimento mina la fiducia più solida, dissolve il collante che mantiene unite le nostre relazioni più salde mettendo in discussione l’etica e ciò che “dobbiamo” alle persone, ai gruppi, che ci forniscono un senso di appartenenza.

In un tempo in cui la politica è percorsa da una bassa tensione valoriale parlare di “traditori” della rappresentanza popolare é d’obbligo. Ecco perché Pasquale Palomba, Antonio Sozzo e Sabrina Murra, proprio per recuperare un minimo di credibilità, hanno il dovere di dire con chiarezza quali sono le reali motivazioni che li hanno indotti a tradire il rapporto tra eletti ed elettori.

Qualora il programma elettorale non fosse stato veramente rispettato c’erano tutti i presupposti per indurre, attaverso i numeri dei quali la nuova maggioranza disponeva (Novoli in Testa, Cambia Novoli e Per Novoli) il Sindaco alle dimissioni (come fra l’altro era avvenuto) senza accelerare la conclusione del mandato, con l’azione incomprensibile delle firme dinanzi ad un notaio. Perché questo gesto?

I tre hanno dichiarato in piazza: “quel gesto é servito per non farli più deliberare in Giunta. Continuavano a deliberare” mettendo inconsapevolmente in chiaro, che coloro i quali hanno bloccato per mesi l’azione anministrativa impedendone l’attuazione del programma erano loro.

Un’altra motivazione addotta é stata: “cercavano di trovare i numeri utili in Consiglio per continuare il mandato”.

É proprio qui, il fondamento dell’azione rabbiosa, sconsiderata e contro i cittadini.

Infatti,  con la riforma elettorale del 1993, il Sindaco é eletto direttamente dal popolo, il legislatore ha intravisto nel rapporto Sindaco-cittadino, il legame che ogni consigliere eletto al suo fianco dovrebbe rispettare.

È senza dubbio una stortura, la visione dell’ex Vice Sindaco in pectore, che in momenti delicati della vita personale del Sindaco duranti i quali é stato chiamato a sostituirlo, si era convinto di assurgere al ruolo di Apollo, mentre attraversando impettito la città, la gente ne intravedeva i balzelli di un pollo.

Si sancisce in questa visione, la sintesi del “tradimento”. Aggravato anche dalle ulteriori pubbliche motivazioni secondo le quali a preoccupare é stata la situazione della Fondazione Focara.  Un falso nei termini poiché interessato più volte nelle riunioni di maggioranza, l’ex Vice Sindaco ebbe più volte modo di affermare che “della Fondazione non gli interessava nulla”.

“Tradimento” é sintesi anche un fatto molto esplicito che denota la caratura morale dei personaggi in questione, infatti, in riferimento alle dimissioni del noto appassionato di ciclismo Pasquale Palomba, lo stesso successivamente ad un Consiglio Comunale al quale il Sindaco era assente, si disse sorpreso dell’assenza improvvisa di quest’ultimo e non comunicata, tanto da costituire l’ennesima motivazione, ossia, “la goccia che faceva traboccare il vaso” e che portava alle dimissioni.

Falso!

Il vice Sindaco Palomba aveva in mano due lettere chiuse dallo stesso contenuto: le dimissioni, che non aveva certamente potuto preparare durante il Consiglio Comunale dal quale non si era mai allontanato, ma che aveva – probabilmente – preparato il giorno prima intorno alle ore 18:00.

Capitolo a parte meritano gli altri due consiglieri, anche Assessori,  Antonio Sozzo e Sabrina Murra.

Il primo adduceva come motivazione delle dimissioni, la necessità di un periodo di riposo dopo una delicata situazione famigliare unitamente ad una crisi personale che non lo vedevano critico nei confronti del Sindaco o della maggioranza, ai quale si rimetteva comunicando la propria disponibilità a collaborare dopo il rimpasto, qualora questo avesse riguardato anche Daniela De Pascalis e Chiara Madaro.

Ancora più inaccettabili le motivazioni della Murra, che se veramente critica e scontenta non avrebbe naturalmente non dovuto accettare la carica di Assessore, una delega estremamente fiduciaria che porta al fianco del Sindaco.  Salvo poi dichiarare da lì a breve di andare via per solidarietà con Antonio Sozzo e perché non sopportava la pressione psicologica che subiva nelle varie cene, in riferimento ai concorsi pubblici indetti dal Comune di Novoli anche durante la sua gestione assessorile.

Si stabilisce quindi,  che i consiglieri eletti sono liberi di esercitare le loro funzioni obbligati a mantenere un comportamento leale nei confronti della maggioranza, ma questo comportamento può essere anche critico, a condizione però che lo stesso non sia condizionato da “fattori esterni”.

Tutto normale, nel segno dell’auspicata autonomia degli eletti ? Al contrario. A Novoli non si direbbe proprio almeno per quanto riguarda due dei tre protagonisti già menzionati. Per il terzo, Pasquale Palomba, anche velleità personali.

Di fronte a questo repentino spostamento di fronte, come dovrebbe reagire il singolo cittadino-elettore ?

Dovrebbe attenersi al testo costituzionale, nel nome della libertà dell’eletto, subendo così il “cambio di casacca” (il “tradimento” del patto elettorale)  con le conseguenti dimissioni e sfiducia al Sindaco?

Oppure pretendere il rispetto della propria volontà politica?

La questione è evidentemente politica e metapolitica insieme, anche morale.

Quando si tradisce, indipendentemente dal tipo di tradimento, si cancellano la storia e la memoria condivisa, ci si mostra indifferenti all’altro, si rimette in discussione l’appartenenza comune. Questo è quanto è accaduto a Novoli.

E’ qui il nocciolo della questione: l’indifferenza dei rapporti personali venutasi a creare dell’uno rispetto all’ “altro”; l’azzeramento delle storie condivise (il programma elettorale), l’annullamento di qualsiasi appartenenza comune (la comunità umana di Novoli Protagonista) sono state libere scelte dei tre, o anche scelte indotte o condizionate?

Tutto questo è il senso attuale di una “crisi amministrativa” che ha consegnato il paese nelle mani di un Commissario Prefettizio per ben 14 mesi. Il Commissario a fronte dei problemi che andavano “amministrati”, ad esempio la storica trasformazione della pianta organica comunale a causa dei continui pensionamenti, ha nominato due sub commissari.

Questa é anche la dimostrazione di come i tre (Palomba – Antonio Sozzo e Sabrina Murra) si siano dimostrati completamente impreparati ed inadeguati a fronteggiare la pubblica amministrazione ed i suoi complessi problemi a fronte dei quali sono scappati gambe levate.

Al contempo non si vanti di nulla l’opposizione di partenza, Cambia Novoli e Novoli in Testa, perché da  quello che si é visto nell’ultimo Consiglio Comunale, non avrebbero fatto meglio dei tre. Del resto ne hanno condiviso l’epilogo.

Ciò che riguarda questi ultimi, non può che essere il ruolo marginale che i novolesi assegnano loro nel momento in cui l’obiettivo è limitato a far interrompere, prematuramente,  il mandato amministrativo di Novoli Protagonista, che ricordiamolo, risultato della volontà dei novolesi!

Un ruolo marginale e mediocre, nel momento in cui non si interrogano, e non interrogano i tre chiedendo: “che cosa è successo? Cosa vi ha spinto veramente o chi vi ha spinto alle dimissioni?

Non è comprensibile  la rabbia che è esplosa nei dimissionari da un certo momento ben preciso in poi.

Questa domanda continuo a farla io, a nome dei nostri elettori e degli iscritti di Fratelli d’italia e del Movimento per Novoli: “che cosa è successo veramente?”

 

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