TRIESTE. “Comune Nazionale”, un documento di straordinaria importanza dagli archivi di Prospettive Future.

  • Un documento di straordinaria importanza che tratta de ” LA RINUNCIA SULLA ZONA B SENZA CONTROPARTITE, UN ATTO UNILATERALE DI RESA, NON IL FRUTTO DI UN NEGOZIATO”, nell’intervento  di Ferruccio De Micheli Vetturi. L’intervento è riportato in “Comune Nazionale”, quarto trimestre 1975, rivista della quale era Direttore l’On. Franco Franchi. Ne riproponiamo i contenuti che attestano l’orgoglio italiano nella difesa dei Sacri CONFINI nazionali nella dignità che fu’ propria della Destra Missina, contro la viltà democristiana ed i traditori comunisti.

Ai lettori di “TERZA VIA ” giunga la nostra opera di recupero della memoria storica, al servizio della “continuità storica ed ideale, per amore della Patria, della libertà e della verità.

W Trieste, W l’italia, W le nostre terre oltre confine. 

IL direttore

GIOVANNI DE LUCA 

Caro lettore,
Per trent’anni hanno cercato di convincerci che, se non tutti, almeno i “migliori italiani” avevano vinto la guerra e che tutti, anche se indegni di annoverarsi tra i “migliori”, avremmo beneficiato dei frutti della Vittoria conseguita a fianco degli alleati d’Oriente e d’Occidente perché possino ripristinare la giustizia e la democrazia e perché i popoli potessero godere del diritto di “autodeterminazione”.

Il “TRATTATO DI PACE” ci puni’ come vinti, nonostante la conclamata partecipazione alla vittoria.  Vinti o vincitori che fossimo, saldammo dolorosamente il nostro debito, ma subimmo e non scegliemmo la prepotenza dei vincitori. Oggi, trent’anni dopo abbiamo perso…. la pace, e l’abbiamo persa con un atto inespiabile di rinuncia che è andato molto aldilà del trattato punitivo inflittoci il 10 febbraio 1947. La “soluzione finale” della questione della Zona B adottata dal governo supera in cinismo le clausole del trattato di pace.

Intendo documentarlo qui, per te lettore, cosi’ come l’ho documentato alla Camera dei Deputati per italiani di domani e per la storia che essi scriveranno.

Gli incontri Alexander- Tito

Nel luglio del 1944 e nel febbraio del 1945 il generale Alexander ed il Maresciallo Tito si incontrarono per stabilire dove si sarebbe realizzato l’incontro dei due eserciti nella fase conclusiva della guerra e scelsero di comune accordo una linea di demarcazione che si trova sul percorso tra Trieste e fiume. Tito non tenne fede alla parola data e andò oltre la linea di demarcazione. Fu l’ occasione per nuove stragi e per nuovi deportazioni.

Non vi parlerò di quelle giornate, come non ricorderò la tragedia dell’esodo degli italiani dalla loro terra. Tu, lettore, capirai perché.

Il Trattato di pace

Il 10 febbraio 1947 venne firmato il Trattato di pace, che:

1) ci privo’ delle provincie di Pola,  di Zara e di gran parte delle province di Gorizia e Trieste.
2) stabilì la costruzione del territorio libero di Trieste, si sarebbe realizzato con la nomina del governo da parte del consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ( la Zona A del territorio resto’sotto l’occupazione delle Forze Armate anglo-americane nella Zona B sotto l’occupazione –  come abbiamo già dimostrato –  delle Forze Armate jugoslave,
3) Indicò il nuovo confine tra Italia e Jugoslavia lungo i 166 km dal confine con l’Austria il mare.

La dichiarazione tripartita del 20 marzo 1948

Il 20 marzo 1948 (un mese prima delle elezioni politiche che vedono il trionfo della DC presentatasi come Il baluardo contro il socialcomunismo)  gli Stati Uniti, Gran Bretagna e  Francia riconobbero di pieno diritto dell’Italia a ottenere la restituzione dell’intero territorio di Trieste, perché la sua costituzione in un nuovo Stato si era rivelata impossibile, ma anche perché, con la violenza, la Jugoslavia stava realizzando una completa trasformazione del carattere della zona e poi chi è la soluzione rispettava le aspirazioni democratiche della popolazione.

Il memorandum di Londra

Nell’ottobre del 1954 nel quadro della risoluzione degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Francia, sì arrivo al memorandum di Londra con il quale la Zona A fu restituita all’amministrazione italiana, mentre la Zona B venne assegnata provvisoriamente all’amministrazione jugoslava. Mi spiego.

La condizione perché il territorio di Trieste Zona A e Zona B venisse sottratto alla sovranità italiana è rappresentata dalla creazione del nuovo stato.
I cittadini del territorio sarebbero diventati cittadini di origine del nuovo stato e, solo con la sua creazione, essi avrebbero perso la cittadinanza italiana.
E’ chiaro che, non essendosi mai realizzato il Territorio Libero di Trieste, ambedue le zone A e B sono rimaste sempre incondizionatamente sottoposte alla sovranità italiana e che i cittadini delle due zone non hanno mai perso cittadinanza italiana.

Le ripetute rassicurazioni del governo e gli atteggiamenti dei partiti.

Tutti i governi italiani hanno sempre avallato questa nostra tesi. Citerò solo tre dichiarazioni:

Quella di Fanfani, nel 1962, che rispose al mio personale appello: “ringrazio chi si è appellato al mio patriottismo, l’On. de Michele Venturi …. non sono il Presidente del Consiglio, ma tutto il governo procederà con patriottismo, nel rispetto della Costituzione e con vigile senso di chi sente la responsabilità di essere tra i custodi della integrità della sicurezza della nostra Patria”.

Quella dell’Onorevole Rocchetti, relatore di maggioranza del dibattito sullo statuto della regione Friuli Venezia Giulia: “la posizione giuridica dell’Italia rispetto alla zona A e B resta immutata.. la tesi piu aderente ai Principi è che l’Italia non ha mai perduto la sua sovranità né sula Zona A  ne B zona .

E quella dell’On.Moro, ministro degli Esteri, nel dicembre 1970: “gli interroganti possono essere sicuri che nessuna rinuncia da parte nostra ai legittimi interessi nazionali Verrà presa in considerazione”.

Analogo fu l’atteggiamento degli altri partiti, nel 1954, quando sembro’ che il memorandum di Londra rappresentasse non solo una soluzione provvisoria, ma definitiva spartizione.

Saragat disse: “il popolo italiano si renderà conto che c’è in Italia un governo da rovesciare e gli salderò il conto”.

Nenni disse: “Se fossimo andati nelle Nazioni Unite avremmo ottenuto il Plebiscito O almeno la spartizione in base alla proporzione etnica che ci avrebbe portato al di là di Capodistria”.

Il comunista Capalozza dichiarò: “il Ministero degli Esteri italiano agisce come agente esattore delle pretese iugulatoria e richettatrici del governo jugoslavo”.

I comunisti. Anche i comunisti hanno erano nazionalisti nel 1954? Niente affatto.

L’atteggiamento dei comunisti si è sempre adeguato agli interessi sovietici e Mai con quelli jugoslavi non coincidenti con quelli di Mosca. Nel 1954, Quando Tito era la punta avanzata dell’espansionismo Russo, I comunisti italiani diseero che la jugoslavia aveva il diritto di raggiungere il “Sacro confine del Tagliamento”.

Nel 1946 dopo un colloquio con Tito, Togliatti propose che si desse alla Jugoslavia la città di Gorizia, In cambio di Trieste.

I rapporti dei comunisti italiani con Tito cambiarono  nel 1848, quando Tito venne condannato come eretico del Comunismo internazionale per volontà di Mosca.

Per questo nel 1948 capalozza si pronuncio come abbiamo detto e Togliatti dichiarò che la soluzione della spartizione era stata un “atto di guerra”.

Da alcuni anni i rapporti tra il PC e Tito sono nuovamente Cambiati ed è nel quadro della valutazione sul “dopo Tuto” che il Partito Comunista giudica positivamente la rinuncia che oggi vergognosamente si realizza.

LA DELIMITAZIONE DEI CONFINI E I NECESSARI “AGGIUSTAMENTI”.

Nel settembre 1947, mentre si stava delimitando il nostro confine orientale le truppe jugoslave avanzarono con la violenza, spostarono arbitrariamente i cippi  e si impadronirono di nostri territori per un’estensione di 800 ettari occupando anche posizioni strategie di rilevante importanza.
Malgrado si sia affermato che tra Jugoslavia e Italia esistono rapporti di irreversibile amicizia, non siamo mai riusciti a farci restituire quanto in dispregio del pur persecutore Trattato di pace c’era stato strappato.
Dal 1947 i cittadini italiani proprietari di terreni Al di là del Confine arbitrariamente detenuto non possono esercitare il diritto di proprietà ma pagano le tasse in Italia.

La Jugoslavia ha  arbitrariamente arruolato nel proprio esercito cittadini italiani di pieno diritto perché appartenenti ai territori assegnati a noi dal Trattato di pace O A territori nei quali non è mai venuta meno la sovranità italiana.

La Jugoslavia ha fatto agire in Trieste un ufficio dipendente della banca di Stato di Belgrado in contrasto con le richieste di chiusura avanzate dalla Banca d’Italia.

La Jugoslavia ha arbitrariamente eunilateralmente trasformato la “linea di demarcazione”  tra le due zone del mancato territorio Libero di Trieste in “confine di Stato”.

La Jugoslavia ha Occupato e presidiato la metà delle acque del Golfo di Trieste, case di sue acque territoriali.

La Jugoslavia ha accusato noi di inadempienza in ordine alla tutela di diritti delle minoranze linguistiche, ma nessuno  ha mai ricordato che nei territori Jugoslavia o amministrati della Jugoslavia mancando, per il regime tirannico che vi Domina la libertà di parola, di stampa, di associazione, non si possono esprimere liberamente ne i cittadini di lingua slovena o serbo-croata, né quelli di lingua italiana.

In sostanza, La Jugoslavia ha preteso ed ottenuto tutto. Concesso nulla, ha beneficiato di ingenti prestiti e financo di contributi per pagare gli interessi.

LA SOLUZIONE FINALE NELLA VOLONTÀ DEL GOVERNO.

Per vent’anni, dal 1954 in poi, abbiamo dato credito alle categoriche affermazioni e alle solenni smentite dei nostri governi.
Conoscendoli avremmo dovuto rassegnarci al peggio.
Non ci siamo Rassegnati perché abbiamo pensato che ogni loro atto avrebbe trovato un limite nella difesa degli irrinunciabbili diritti nazionali.
Ci è stato rivelato ora che si è trattato per anni nel più assoluto segreto.

Trattato?

Non si è trattato, ma si è effettuata una unilaterale e vergognosa rinuncia.

Ha detto Rumor: “si tratta di sostituire al ptecario regime territoriale derivante dal “memorandum” una sistemazione definitiva. Il confine cooncidera con la linea di demarcazione stabilita nel memorandum. Noi replichiamo: “si tratta di eufemismo. Non da’ una sistemazione definitiva della zona; ma  rinuncia alla sovranità su un territorio.
Neanche un centimetro di quel territorio viene all’italia. Tutto quel territorio passa alla Jugoslavia.

Rumor ha detto:  “la frontiera Marittima sarà delineata nel Golfo di Trieste, attribuendo all’Italia fondali adeguati al transito delle navi di grosso tonnellaggio correggendo, l’attuale necessità di attraversare esclusivamente le acque territoriali della jugoslavia.

Replichiamo: Rumor ha mentito sapendo di mentire perché le acque da lui citate non sono mai state acque della Jugoslavia dal momento che la Costa settentrionale dell’Austria,  non è stata mai sottoposta alla sovtanita’jugoslava.

Rumor ha detto: “contemporaneamente troveranno soluzioni le altre questioni confinarie tutt’ora aperte. All’Italia spetta la vetta del Sabotino”.

Replichiamo: Rumor vorrebbe lasciare intendere che, rinunciando alla sovranità della zona B, noi otteniamo qualcosa. Non otteniamo nulla. La Vetta del Sabotino è sempre stata nostra è la parte del Monte che ora in mano jugoslava è stata arbitrariamente e violentemente occupata nel 1947. Quello che ci verrà restituito, quanto ne sappiamo ora sarà poco più di un terzo del terreno che ci fu strappato.

Rumor ha detto: “gli appartenenti ai due gruppi etnici delle due zone A e B, fruiranno della facoltà di trasferirsi nel territorio dello Stato etnicamente affine e di vedersene riconosciuta la cittadinanza.

Replichiamo: Rumor vuol far credere che l’accordo si realizza In un clima di amicizia. È esattamente il contrario. Quando con il crollo dell’impero austro-ungarico si creò lo Stato jugoslavo i cittadini di lingua italiana residente nei suoi territori potevano optare per la cittadinanza italiana e rimanere nella propria terra, conservando i propri beni. ora  i cittadini della zona B che non vorranno assumere la cottafinanza jugoslava dovranno abbandonare la propria terra e dei propri beni e venire in Italia per poter mantenere la cittadinanza italiana che non avevano mai perduto.
Perché?
Perché la Jugoslavia non vuole cittadini italiani nel proprio territorio (eppure il Trattato di pace aveva previsto che in caso di irritazione delle TLT, i cittadini della zona sarebbero dovuti diventare del nuovo stato sarebbero rimasti, con l’opzione, cittadini italiani,  ma mai sarebbero potuti diventare cittadini jugoslavi).

Rumor ha detto: “l’Italia ha un vitale interesse al mantenimento dell’unità dell’ordinamenti della Repubblica socialista federativa jugoslava”.
Replichiamo:  è evidente che il governo italiano che si proclama democratico e ripudia i totalitarismi,  gradisce la sopravvivenza del totalismo Jugoslavo perché è un totalitarismo comunista. Si tratta di una scelta della quale Italiani devono tener conto”.


Caro lettore,

Alla camera Ho parlato per un’ora e mezza. Non presumo di essere riuscito a dirti tutto qui, ma penso di avere detto l’essenziale. Comunque, non ti ho taciuto nulla. Non mi sono abbandonato alla retorica;  non ho mai neppure lambito le corde del sentimento. Ti ho esposto i fatti nel loro succedersi.

Ti ho dimostrato che il nostro governo non ha trattato ma unitamente rinunciato, ma anche che, ripudiando come la peste il nazionalismo, non ha mai preteso che gli altri, in nome di un’amicizia che non deve avere fine,  rinunciasse sia pure in minima parte.

Abbiamo dato tutto, in cambio di nulla. È una pagina triste. Lettore.

E la tristezza  (mi consenti, lettore,di non usare termini diversi) non nasce solo dalla constatazione che altro solo è destinato a non essere più Italia, ma anche dal fatto che non abbiamo più una classe politica in cui si possa credere né in casa né fuori.

Per questo, alla conclusione del mio intervento alla Camera non ho espresso soltanto dolore e sdegno, ma anche commiserazione

f.to Ferruccio De michieli Vitturi

La denuncia degli istriani

 

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