3/10. Trieste e la fase due: riformismo della “via terza”. Le Idee

“Siamo nati per «mettere in sicurezza la storia della destra italiana e ora dobbiamo scrivere una nuova pagina: non siamo più solo gli eredi della destra ma vogliamo essere il movimento dei patrioti e il riferimento di tutti coloro che, venendo da storie diverse, pensano che l’Italia sia il principale bene da salvaguardare».

Il più grande impianto programmatico che la destra abbia visto negli ultimi quindici anni Giorgia Meloni lo sintetizza in tre parole: “prima gli italiani”. Ad iniziare dai figli degli italiani che intende tornare a far nascere «con il più grande piano per la natalità mai concepito», in risposta allo ius soli, accompagnato da un idea di coalizione che  rinomina significativamente “la casa dell’identità”.«Quando ci vedremo con Berlusconi e Salvini, per metterci a ragionare del programma prima di Natale, chiederò di mettere nero su bianco la proposta del più imponente piano di incentivo alla natalità della storia italiana” immagina: asili nido gratuiti, reddito di infanzia, per tre anni, alle famiglie bisognose pari a 400 euro al mese; il pagamento al 100% alle aziende della sostituzione di maternità; la retribuzione dei 150 giorni di congedo all’80% e non il 30% della retribuzione, e infine il pagamento al 30% di quello che oggi è gratuito e conclude: a noi, un’Italia senza italiani non interessa”.

«Ci candidiamo – spiega Giorgia Meloni –  da partito che è stato in questi anni all’opposizione a essere una credibile alternativa di governo». Sull’architettura dello Stato Fratelli d’Italia ha scelto la via riformista: “Vogliamo una Repubblica presidenziale o semi presidenziale con l’elezione diretta del Presidente della Repubblica o del Capo del Governo. La nostra ricetta è: presidenzialismo e federalismo. Vogliamo un federalismo patriottico su base municipale perché sono i Comuni la vera identità su cui si fonda l’Italia. E a chi oggi a destra parla delle ‘piccole patrie’ che formano una Patria più grande voglio ricordare le battaglie di un grande italiano: Giorgio Almirante. In un celebre intervento in Parlamento di 9 ore, aveva avvertito gli italiani del pericolo di un regionalismo sbagliato che rischiava di dividere e impoverire gli italiani. Come al solito non aveva torto e noi siamo ancora coerenti con quel percorso”.

Su questo argomento Prospettive Future ha le idee molto chiare, ne abbiamo scritto proprio sul n° 1 di “Terza Via” del mese di Novembre in distribuzione al Congresso di Trieste. Un numero che ha riscosso un successo inimmaginabile, con centinaia di congressisti che lo cercavano per leggerlo incuriositi o conservarne una copia.

Nel rapporto con questa Europa, Giorgia indica una nuova strada: «Voglio fare esattamente come la Germania. Voglio poter bloccare un provvedimento europeo se confligge con la nostra Costituzione, esattamente come fa Angela Merkel». Una “clausola di supremazia” , la possibilità davanti a una misura considerata anti-nazionale, di poter far prevalere la norma di casa rispetto la volontà dell’Ue. «Guardiamo più al gruppo Visegrad che all’Europa di Bruxelles» ha affermato ancora Meloni dal palco.

Nel rapporto con gli alleati cambia l’approccio. «Nel nostro mondo basta la stretta di mano e la parola d’onore. Per la scelta delle singole candidature nei collegi chiedo una commissione di saggi, perché quelle persone diventeranno i candidati di tutti e tutti dobbiamo sapere chi sono».

Giorgia Meloni chiede una netta inversione di rotta nella politica estera: “sarà completamente diversa da quella fatta finora. L’Italia è parte dell’Occidente, certo, ma vogliamo ridiscutere la linea tenuta fin ora. La politica di ostilità alla Russia e di vicinanza alle monarchie fondamentaliste del Golfo è l’esatto contrario di quello che va fatto. La Russia è per noi un partner fondamentale da ogni punto di vista, soprattutto sul piano della lotta al terrorismo islamico. I nostri nemici sono quelli che sostengono il fondamentalismo, non quelli che lo combattono. Per questo non abbiamo avuto paura di dire che in Siria tra il regime siriano e i tagliagole dell’Isis non avevamo dubbi, mille volte meglio Assad. Avevamo come al solito ragione e ora, dopo anni di persecuzione, mi commuove pensare che le comunità cristiane torneranno a festeggiare il Natale ad Aleppo”.

Dal congresso di Trieste  è emersa la capacita di un partito che è riuscito on pochi anni, a ricostituire una proposta organizzata che si candida a essere attrattiva anche al di fuori del tradizionale recinto della destra. Proposta che vuole essere. “via terza” rispetto all’inaffidabilità di Forza Italia sulle questioni dell’alternativa alla sinistra di Rienzi ed all’eccessivo tatticismo della Lega che, in mancanza ancora di una chiara proposta nazionalizzata, sulla bilancia tra autonomia e interesse nazionale dovrà affrontare un lungo periodo di scissioni interne e difficoltà di integrazione fra i vertici padani e gli ex degli ex degli ex provenienti dal regno del sud.

Precedente 2/10 Trieste consolida leader Giorgia Meloni. Lo divenne a Fiuggi nel 2014 consegnando Fini al passato. Successivo Almirante e la lungimiranza di un vero condottiero