Almirante e la lungimiranza di un vero condottiero

riceviamo e pubblichiamo un intervento di  Antonio Mazzotta

«La prego, spenga il registratore. Quello che le dirò ora esula dall’intervista. Ho l’impressione che lei sia educato, ma non convinto delle mie risposte. Anzi. Allora sono io che le pongo una domanda. Con una premessa. Sto a Montecitorio dal 1948, da più di trent’anni. Il Msi si è trasformato, da quel nucleo iniziale di reduci del fascismo. Ormai fa parte stabilmente della geografia politica dell’Italia repubblicana. È stato un processo lento e difficile. Bene: ma lei crede davvero che io possa pensare di chiudere la mia carriera, la mia vita politica, facendo il becchino di un partito che muore perché una generazione si spegne per motivi anagrafici e un’altra perché chiusa in galera? Crede davvero che sia così miserabile da avere questa ambizione da nostalgico rincoglionito? Le dirò di più: io non voglio morire da fascista. Tanto che sto lavorando per individuare e far crescere chi dovrà prendere le redini del Msi dopo di me. Giovane, nato dopo la fine della guerra. Non fascista. Non nostalgico. Che creda, come ormai credo anch’io, in queste istituzioni, in questa Costituzione. Perché solo così il Msi può avere un futuro. Altrimenti è costretto a sparire. Capisce perché sono così deciso nel negare qualsiasi legame con chiunque abbia messo la bomba di Bologna? È un nemico anche del Msi».

 

Con queste parole, a registratore spento, un Giorgio Almirante che guardava molto avanti.

Non voglio utilizzare più il termine “Oltre” poiché ormai se ne fa un abuso. Con buona pace di tutti e di Pinuccio.

Almirante aveva visto lungo. Peccato che la svolta in chiave moderna sia stata affidata ad una persona che, causa Cupido, ha dapprima svenduto la storia, quindi la svolta ed infine la dignità!

Ma di lui scriveranno altri. E voglio pensare che Giorgio avesse visto ancora più avanti, di 30 anni!!!

Giorgio aveva visto la sua omonima. E si! Perché è proprio Giorgia Meloni che, donna capace e di gavetta, riuscirà a trasportare la destra italiana verso quella modernità a cui, sia pure a microfoni spenti, il padre nobile ambiva.

Demagogico ed anacronistico parlare sempre di Fascismo, polemico e stucchevole il solito modo di interrompere con l’epiteto “fascista”. E’ un modo esclusivamente infantile di negare l’evoluzione di un partito che guarda al futuro senza rinnegare la Storia. E’ questo è racchiuso anche nella simbologia!

Il nuovo vessillo che esce da Trieste 2017 per i Fratelli d’Italia non ha più il trapezio nero con l’inscrizione MSI!

Inizialmente me ne sono stupito e rammaricato poi mi sono venute in mente le parole di Almirante che avevo, qualche giorno prima, letto andando ad approfondire alcune sue affermazioni.

SI! Aveva visto benissimo e a 30 anni di distanza il suo pensiero, più forte e più vivo che mai, torna prepotentemente a segnare la via, dopo il ’47, dopo Fiuggi, Trieste…la Terza Via.

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