Fratelli d’Italia: aiutare le piccole e medie imprese riducendo il costo del lavoro

Trevigiano, Ivan Vedovato è l’ennesima vittima della crisi, giovane imprenditore originario di Trebaseleghe (Padova) da 6 mesi aveva ereditato dal padre Giulio l’azienda di famiglia i cui conti erano però talmente ‘in rosso’. Aveva riposto le sue speranze e i suoi orizzonti nell’azienda di famiglia, una piccola officina di riparazione di macchine utensili, la notizia delle sfratto esecutivo ha indotto Ivan al suicidio.

Non è nelle nostre intenzioni investire una sola riga che non sappia di riscatto, di assunzione morale di ogni responsabilità per quello che si sarebbe potuto fare e non si è fatto. Ognuno di noi ha il dovere di pretendere, attraverso un’azione decisa e determinata, il cambio di passo. Lo dobbiamo fare nel nome di Ivan e di tutte le vittime della crisi. Dal commercio, all’industria, all’artigianato le piccole e medie imprese costituivano “l’ossatura portante” dell’Italia. Pressione fiscale e politiche scellerate hanno spazzato via un patrimonio nazionale,  benché la disoccupazione sia dilagante, “galoppante” c’è una manodopera formata ed altra continua a formarsi e bisogna ripartire dal lavoro, finanziando le imprese, azzerando i debiti, rimaneggiando i debiti verso terzi allungandoli nel tempo ed immettendo sul mercato liquidità.  Ella Bucalo: “Aiutare le piccole e medie imprese riducendo il costo del lavoro”-

“Dobbiamo aiutare le piccole e medie imprese a migliorare, solo così ritorneremo ad essere competitivi con il resto dei paesi dell’Unione Europea”. Lo ha dichiarato l’On. Ella Bucalo di Fratelli d’Italia, componente della XI^ commissione “Lavoro Pubblico e Privato”. La Deputata di Barcellona Pozzo di Gotto, nei giorni scorsi ha incontrato a Roma una delegazione di Confimi Industria composta da: Mario Lucenti (direttore di Confimi Emilia), Fabio Ramaioli (direttore Confimi Industria) e da Amedeo Faino (responsabile delle pubbliche relazioni di Confimi Emilia). “Ho portato a conoscenza dei rappresentanti di Confimi Industria alcune importanti realtà siciliane e messinesi. Con la nostra esperienza e competenza possiamo sempre più essere concorrenziali con il resto dei paesi sviluppati. La politica però deve fare la sua parte, partendo dalla riduzione del cuneo fiscale: sulle nostre PMI grava, infatti, un costo del lavoro tra i più alti della C.E. Bisogna poi incentivare economicamente chi lavora e investe con l’apertura speciale e facilitata di linee di credito. Improcrastinabile inoltre la semplificazione normativa e lo snellimento delle pratiche burocratiche. Infine è essenziale l’applicazione da parte della Pubblica Amministrazione di un serio codice degli appalti per rilanciare gli investimenti. Per iniziare a scalare la classifica bastano questi quattro punti. Messaggi chiari e inequivocabili così come è sempre stata Fratelli d’Italia”, ha concluso la Bucalo.

Sulla questione è intervento anche Giovanni De luca Dirigente Nazionale di Fratelli d’Italia ex imprenditore che da anni combatte la crisi e cerca di riconvertire la sua attività.

La crisi ha spazzato via migliaia di piccoli imprenditori come me,  nella sventura non siamo riusciti nemmeno ad avere voce. Quando si entra in questi meccanismi è come se qualcuno ti imponesse di correre nelle sabbie mobili sotto il sole a 40°. Vorresti solo farla finita. capisco cosa ha provato Ivan quando gli è stato notificato il decreto di sfratto esecutivo. Ti si gela il corpo ed inizi a sudare freddo, tutto  intorno è un contesto avulso a te, senti solo smarrimento e senso di annullamento, farla finita è un gesto irrazionale che si chiama attimo” – dice De Luca e continua: “senti su di te il peso dell’ingiustizia perché non sei te che hai fallito, ma il contesto generale si posiziona sulle tue spalle e ti schiaccia. Accade quando ti pignorano i mezzi di lavoro che a te servono per la produzione, spesso pignoramenti antieconomici per i costi di deposito e che all’asta non hanno nessun valore di mercato. come ad esempio il pignoramenti di un auto aziendale che sul mercato vale 3.000 euro e che all’asta giudiziaria vien acquistata anche per 300 euro, dove tu percepisci proprio l’inutilità di quell’azione. Per andare a finire con i pignoramenti dei beni di proprietà spesso luoghi del cuore, beni che hanno un valore affettivo più grande di quello economico. Però bisogna lottare, perché ad ogni uomo ed a ogni donna deve essere concessa una opportunità di riscatto nella vita“.

Abbiamo chiesto che cosa bisogna fare subito. Un impegno concreto del Governo che potesse portare sollievo.

De Luca risponde con sicurezza: “ho scritto all’ On. Bucalo che a differenza di altri ha compreso il problema della piccola e media impresa. Bisogna immediatamente che il Governo emetta un Decreto Salva Imprese. Prima di tutto bisogna disporre il blocco dei pignoramenti degli oggetti utili alla produzione dei beni e servizi per l’imprenditore. Poi bisogna rimaneggiare i debiti al di sotto dei 200.000 euro, annullando interessi di mora, oneri vari e spalmando il debito nel tempo con un tasso agevolato e molto basso. Bisogna includere in questo piano di rientro i protesti cambiari e bancari, “ripulendo” il nome dell’imprenditore, infine bisogna immettere nell’azienda liquidità utile per investire in merci ed aggiornamento dei servizi. Di tutto questo se ne deve fare carico lo Stato perché siamo di fronte ad un dramma sociale collettivo e deve farlo con un piano di garanzia verso le banche, fornendo alle aziende un tutor specializzato nelle dinamiche di mercato per rafforzare i deficit interni aziendali ed orientarli verso la domanda e l’offerta.  E’ una via di mezzo logica e sensata, al di là degli spot elettorali sulla pelle dei lavoratori proclamati in merito alla cancellazione totale delle cartelle della ex Equitalia. Se qualcosa è dovuta a terzi bisogna darla, magari con degli sgravi, certo – conclude De Luca – ma non bisogna creare ingiustizie sociali fra chi non ha potuto adempiere ai suoi doveri e chi, invece e grazie a Dio, continua a contribuire alla vita economica e sociale del paese. Tutto qui“.

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