“Il fresco profumo della libertà”

  • Editoriale di Giovanni De Luca

Cio’ che deve smuovere le coscienze di ogni libero cittadino a fronte di eventi ed altri accadimenti ingiusti e drammatici, deve andare ben al di là del giusto e legittimo sentimento reazionario. Anche quando essi giacciono in letargo nei depositi della nostra memoria, pronti a risvegliarsi sull’onda emozionale di un richiamo da una certa sete di giustizia.

I nostri intendimenti devono essere mossi dall’esercizio quotidiano del dovere civico, della giusta ed integerrima condotta morale nella netta, chiara, inequivocabile, scelta di schieramento nell’eterno conflitto fra il bene ed il male. In favore del bene.

Stesso comportamento che nella lotta contro le ingiustizie per il diritto di cronaca o per il buon buon governo della cosa pubblica in favore della verità  -affianco ai nomi piu noti alla cronaca- hanno dimostrato esempi fulgidi: Beppe Alfano, Enzo Fragala’, Paolo Borsellino. Altri. 

Il primo appassionato di giornalismo, il secondo avvocato penalista, il terzo magistrato.

I primi due militanti del Centro Studi Ordine Nuovo fondato da Pino Rauti tra gli anni ’60 e ’70, successivamente transitati fra le organizzazioni Giovanili del Movimento Sociale Italiano, poi professionisti in giornali locali, amministratori integerrimi. 

Il terzo  Paolo Borsellino transitato tra le file del Fuan, struttura universitaria del Msi preferì la magistratura.

Figli, fratelli, padri e baluardi di onestà.

Beppe Alfano è stato appassionato di giornalismo locale. Divenne il “motore giornalistico” di due televisioni della zona di Barcellona Pozzo di Gotto, Canale 10 e poi Telenews questa ultima di proprietà di Antonio Mazza, anch’egli ucciso dalla mafia. Non fu mai iscritto, in vita, all’albo dei giornalisti per una sua posizione di protesta contro esistenza stessa dell’albo medesimo. Gli venne concessa l’iscrizione alla memoria, postumamente.

La notte dell’8 gennaio 1993 fu colpito da tre proiettili calibro 22 mentre era fermo alla guida della sua Renault 9 amaranto in via Marconi a Barcellona Pozzo di Gotto.

Enzo Fragalà  è stato un docente, un avvocato ed un politico. Assistente di storia contemporanra a Palermo, nella cattedra di Giuseppe Tricoli. Nel 1994 fu eletto deputato nel Msi-An, nella XII legislatura, e confermato nella XIII (1996) e XIV (2001). Poi Consigliere Comunale a Palermo. 

Il 23 febbraio del 2010 venne aggredito all’uscita del suo studio e gravemente ferito a bastonate. Soccorso da un collega, le sue condizioni apparvero subito gravi. Morì dopo tre giorni di coma.

 

Intrecci di vita. Sogni di bellezza e pulizia morale. 
 
Paolo Borsellino era molto amico di Giuseppe Tricoli e lo é stato sino  all’ultimo giorno. Infatti Borsellino lasciò la Villa di Tricoli dove era a pranzo al mare di Villagrazia di Carini  il 19 luglio 1992, per andare a far visita alla madre e fu ucciso nell’ attentato di Via d’Amelio insieme ai suoi uomini della scorta.
 
Idee, sviluppatesi intorno al “ceppo” comune, a quelle strutture della formazione giovanile,  eredi di una storia che aveva scritto importanti pagine di lotta alla mafia. Il Prefetto Mori su preciso ordine del governo Italiano estirpo’ il malaffare rientrato poi a pieno regime in Italia con lo sbarco degli alleati. 
 
 
Una storia italiana piena di zone d’ombra, grigie stanze degli intrecci del potere, profondi buchi neri che trovano un barlume di contrarietà nel pomeriggio del 19 maggio 1992 quando nel pieno della crisi del sistema, degli scandali di Tangentopoli, poco prima della nuova strategia della tensione,  il Msi “incideva”  47 colpi di onestà politica e morale destinati a restare nella storia votando Paolo Borsellino Presidente della Repubblica Italiana.

47 voti a difesa dell’Italia onesta. Per la legalità da parte del partito degli italiani per gli italiani.

47 indicazioni che hanno saputo legare la nostra storia politica a precise scelte di campo precedentemente richiamate.

Scelte nette, chiare, con la relativa coerente e lineare condotta pubblica e privata, che ci connota come uomini integerrimi ed incorruttibili.

Uno spaccato dell’Italia fatta di persone semplici ed oneste, lavoratori, gente comune che ogni giorno si alza e si avvia verso con spirito di sacrificio verso il proprio dovere.

Il nostro senso di appartenenza va’ ben oltre il cedimento dei singoli – di vertice o di base –  perche apparteniamo a quella gioventù dello spirito che non conosce tempo, stagioni, consegnati all’eterno e “fresco profumo della libertà”.

In questi giorni penso alla Sicilia, al Governo della sua Regione. C’è un altro “giovane dello spirito”, di quel “nostro” filone culturale e politico.

Si chiama Nello Musumeci e “sarà bellissima”.

Dalla lotta al malaffare bisogna rilanciare la nostra alternativa al sistema.

 

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