Sono arrivati a Roma grazie all’intesa del nostro Paese con Libia, Onu e Cei i primi 160 immigrati, tutti altamente “vulnerabili” donne e bambini, provenienti da Tripoli dove si trovavano in centri di detenzione, atterrati all’aeroporto di Pratica di mare con un volo dell’Aeronautica italiana.
Problemi e disparità sociali di fronte alle quali il senso di giustizia affonda al pari dei barconi, non sono molto lontane le parole del colonnello Gheddafi che aveva previsto tutto: «La situazione è grave per tutto l’Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo?». Grazie all’innamoramento mediatico della primavera araba i governi occidentali non hanno voluto sentire i campanelli d’allarme che giungevano da Tripoli. Solo Gheddafi sembrava avere in mano la sfera di cristallo. L’11 marzo 2011, l’erede disegnato, il figlio dichiarava a Corriere della Sera e Repubblica: «avrete milioni di immigrati illegali, i terroristi salterebbero dalle spiagge di Tripoli verso Lampedusa e la Sicilia. Sarebbe un incubo per l’Italia, svegliatevi!».
Purtroppo l’incubo oggi è realtà, vissuto ad occhi aperti per colpa di persone irresponsabili come Minniti, mentre le autorità religiose cattoiche si comportano in maniera irresponsabile non condiderando le povertà italiane e poi si chiedono perché le Chiese sono vuote e le vocazioni inesistenti.