Prima le Idee, poi gli uomini. Intervento 3/10

Se vale ancora il principio di comunità contro il nichilismo imperante, contro il materialismo cronico ed il relativismo etico, essa,  non può che ritrovarsi intorno alle “Idee”.

Queste Idee  dai canoni “terzi”, come le intendeva Platone hanno alla base dei “valori” da conferire che si tramutano in un preciso ideale, missione spirituale per la quale uomini dotati di nobili intenti si spingono ai confini di un mondo disgregato.

Sapremo vincere la sfida se a sterili -e spesso “vuoti” slogan-  ad esempio: “difendiamo la nostra Identità” (quale? Verrebbe da chiedere) – sapremo dare un senso, una spiegazione. Dimostrare conoscenza e univocita’ di vedute.

Diversamente saremo pure un gruppo, ma sbandato.

Un  gruppo come tanti ce ne sono stati e ce ne sono,  che altro non erano – e sono –  un’associazione temporanea di intenti, un comitato d’affari, una congrega di comodo, utile per l’approfittamento, opportuno nel contingente – opportunistico, ma momentaneo e che non traccia una prospettiva che conduce alla vittoria.

Successivamente è una consequenziale tortura per chi resta,  la paziente e laboriosa opera di “ricostruzione” dalle rovine successive  al passaggio di questa sorta di nuovi barbari,  truppe del nulla e pure sbandate, contrapposte alle nostre nobili intenzioni: quelle di ricostruire la “comunità organica”.

Chi non comprende ha il dovere di chiedeci spiegazioni. Stiamo scrivendo del fine che ci tiene uniti.

Affinché  quest’Idea sia efficace ed incisiva,  il compito di guida spetta indubbiamente al vertice.

I  nostri rappresentanti più che la base  -giacché ogni tentativo a macchia di leopardo sarebbe vana azione inconsistente ed inutile –  hanno il dovere di strutturarsi e dotarsi di un metodo d’azione che non può non partire dall’organizzazione capillare e degna della nostra struttura dal centro alla periferia ed a più livelli.

Diversamente questi nostri scritti (che fedelmente stampiamo in triplice copia cartacea) fra qualche decennio serviranno per far dire di noi: “furono temprati dal fuoco della conoscenza, per questo preservavano il “tempio” dalle scorribande dei barbari e dagli interessi dei mercanti”. Ci sarà conferita  la qualifica di: “uomini vissuti fuori dai tempi”.

Poiché non riteniamo la nostra azione fuori dai tempi, bensì ci poniamo come guida intellettuale di avanguardia, abbiamo il dovere di tracciare i confini del dibattito politico.

Oggi la caduta delle ideologie ha implicato anche la negazione delle Idee.  Per questo la società è sclerotizzata, sembra impazzita, non ha né regole certe, né ordine ed  accade “tutto ed il contrario di tutto”.

Si trovano bene in questo pantano e nel kaos, le forze che da sempre avversiamo: anarchici, antagonisti, mercenari, affaristi e vigliacchi di tutte le specie al servizio di un progetto ben preciso: la mondializzazione.

Attraverso questo processo di  appiattimento e omologazione si vuole far approdare al loro pensiero unico. 

Spetta a noi, uomini della Tradizione nel senso spirituale del termine, contribuire a riportare l’ordine nelle cose.

Spetta a noi il compito di mantenere le posizioni che un tempo furono di guida e di indirizzo di un modello politico, sociale, culturale e quindi economico e di coloro i quali hanno garantito uno sviluppo armonioso dei corpi vitali dello Stato e della società.

Per questo, i singoli, i gruppi, le comunità appartenenti alle forze spirituali, se pur disgregate, ancora prive di una guida, devono riconoscersi intorno all’Idea madre: la difesa di ogni forma di vita dal suo concepimento alla fine naturale, contro gli eserciti del culto del male e della morte spirituale: i materialisti, si chiamino comunisti, liberisti o semplicenente disfattisti.

Per evitare di capitolare – e di conseguenza, spezzare il filo che ci lega a quel qualcosa di superiore,  anche all’interno del dibattito pre-congressuale che ci porterà a Trieste, ora, nei congressi locali,   bisogna dibattere  rilanciando le Idee, parlando di valori, prima ancora di pensare al posizionamento degli uomini.

Nei congressi dei partiti politici, negli ultimi decenni,  anteporre gli uomini alla valenza delle Idee, ha costituito un limite ed un errore.

Vorremo che coloro i quali ci leggono, comprendessero fino in fondo il gesto delle nostre recenti dimissioni ed il mancato rinnovo delle tessere in periodo pre-congressuale.

Noi non ci siamo dimessi dalla “nostra” comunità militante, bensì ci siamo dimessi da un preciso modo di fare.

Abbiamo anteposto le nostre ragioni difronte  al vuoto organizzativo e la scarsezza dei risultati elettorali (fine ultimo dell’attività di un partito).

Abbiamo attuato il depotenziamento della lite,  alle velleità degli uomini e la loro pochezza quando pretendono di “capeggiare una comunità militante” senza  capirne le aspettative e le esigenze. Senza comprendere che questo non lo si puo’ fare  bene senza averne il tempo, l’esperienza, le capacità politiche.

Non rinnovando le tessere, ci siamo messi “fuori gioco”,  al cospetto di tutte le ambizioni “personalistiche” di comando.

Abbiamo dimostrato  con un gesto che le nostre non sono ambizioni e velleità di “comando”, ci confronteremo sui contenuti e rilanciando, propositivi come siamo sempre stati  ma con durezza  perché la situazione lo impone, il dibattito che dovrà portare al cambiamento ponendo al centro le Idee!

Cosa chiediamo?

– più impegno da parte di chi assurge a ruoli di rappresentanza del Partito.

– più organizzazione e trasparenza nella conduzione degli organismi statutari del Partito.

– più lealtà e dignità nel  portare a compimento gli impegno  assunti, che non possono trovare sintesi negli studi professionali privati, ma devono avvenire nel partito.

– più movimentismo e presenza sul territorio perché nella “concorrenza” mediatica degli altri partiti, la nostra azione é lenta, ininfluente, inconsistente, marginale, impercettibile e stupida.

– più convinzione, nella certezza  che debbano venire prima le Idee, e poi gli uomini.

I congressi cittadini che in queste ore si stanno svolgendo  sono cominciati bene.  I primi eletti, come netta inversione di rotta e cambio di passo, hanno il dovere di mettere in pratica da subito, l’enunciazione dei principi proclamati e condurre la base militante verso il futuro: verso un riscatto immediato fatto di dibattito e documenti politici che devono costituire una mozione unica a sostegno delle Idee di sempre.

Dopo sceglieremo chi le dovrà rappresentare: Prima le Idee, poi gli uomini.

 

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