E’ nato il Governo del “papocchio” M5S e Lega ed è giusto che sia così. Ora prendiamo la nostra strada.

Editoriale di Giovanni De Luca

Con una nota congiunta i leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e della Lega Matteo Salvini  hanno annunciato  che “ci sono le condizioni per un governo politico”. Quindi è governo giallo-verde ed è giusto così.

In questi mesi i leader più visibili e che hanno dimostrato di essere i più “credibili” in questo contesto politico –(  ttenzione all’uso delle parole: in questo contesto politico) – e non poteva essere diversamente , sono loro. Secondo il vecchio detto: “ al tramonto degli imperi anche le ombre dei nani sembrano giganti”.

Poco dopo le 18:00, il professor Giuseppe Conte è giunto a Roma ed è entrato a Montecitorio. L’accordo politico sarebbe anche sul nome dei ministri, con Paolo Savona spostato alle politiche comunitarie. Alle ore 21:38 la comunicazione dal Quirinale. Questa la squadra di governo.

Come non ci è sfuggita la dichiarazione di Conte dei giorni scorsi “lavoreremo per completare l’unione bancaria europea”,  non ci sfugge la notizia di pochi minuti fa riguardante il dipartimento di stato  americano: “lavoreremo con il nuovo governo che sta per nascere”. Un chiaro messaggio da far giungere a Salvini, recapitato tramite le mani di Di Maio.

Nulla di diverso da quanto avevamo immaginato negli scorsi giorni. La dissoluzione del vecchio sistema politico da Forza Italia al Partito Democratico che hanno esaurito la loro ventennale missione e l’avvio di una nuova fase. Tagliati fuori dalle scelte che contano anche LEU e FDI, che in sostanza reggono un poco di più alla fine dei partiti eredi della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista Italiano, del Partito Liberale, del Partito repubblicano e del Partito Radicale.

I partiti eredi della storia della Prima Repubblica sui quali apriremo in un altro articolo, ben dopo la festa di Gioventù Nazionale di Fenix dei prossimi tre giorni, delle attente e doverose riflessioni.

Sono al Governo due forze con tratti caratteristici completamente differenti. Il M5S è quella forza del sistema, costruito nel laboratorio “del sistema” per incanalare la “speranza” e scagliarla verso il basso. Verso il basso attraverso la lotta alla partitocrazia, non con la prospettiva della rappresentanza delle categorie produttive al governo della nazione, ma con il livellamento verso il basso delle competenze e del merito. Diventa Vice premier un ex Stewart dello stadio S. Paolo, senza nessuna caratura istituzionale e senza nessuna “gavetta” politica. La Lega, partito erede dell’ex anti italianità, oggi dell’ex anti euro, costruito nel laboratorio “franco-russofono” per crescere sulle “paure” del popolo in un momento in cui la globalizzazione ha rotto gli argini di un vecchio mondo ed uno nuovo si affaccia come un’alba. Diventa Vice premier un populista di media statura, senza nessuna storia e senza nessuna identità, che ogni giorno alimenta paure e se ne serve.

Ed eccola la nostra “Terza Via” entrare in gioco

In un partito che deve necessariamente assumere la struttura di un movimento sociale ora che  Giorgia Meloni ha annunciato che Fratelli d’Italia si asterrà sulla fiducia. Tra le macerie di un vecchio sistema politico in decomposizione, il serpente cambia pelle, tutto questo è ben visibile ed ora tocca a noi decidere del nostro futuro.

Si sono aperte praterie elettorali che da domani bisognerà conquistare, colpo su colpo, appena il Sindaco di Roma ed il Sindaco di Torino continueranno al servizio delle lobby LGBT ed al servizio dei processi di inculturazione islamica, ed i Sindaci della Lega a rincorrere con affanno Crocifissi da ripristinare nelle aule delle scuole e quadri di Mattarella da rimettere a posto dopo inutili quanto goliardici ed immaturi gesti.

Su queste incompatibilità questo Governo esploderà prima di un anno. Dobbiamo farci trovare pronti.

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