Tonino Brigante Friolo e l’ultimo saluto di un grande: “Anche io posso”.

Apriamo la home del sito internet dei “Bringanti di Terra d’Otranto”. Compare la scritta “evento rimandato a data da destinarsi”.

Tonino Brigante Friolo non c’è più. Almeno fisicamente perché il suo spirito ora è libero nel ritmo incessante del suono senza tempo, quando lo spirito si libera del fardello del corpo, dove c’e’ musica e c’è l’eternità.

Ed allora i tamburelli suoneranno più forti ed i violini accarezzeranno il vento perché è andato via un grande uomo, un grande  personaggio, un grande artista che ha animato il suono delle radici e della tradizione di questa terra, amara, dolorante, spesso snaturata, abbandonata quando non tradita, combattatuta tra tradizione e modernità, fiera e insicura, lamentoso quanto accogliente. Insomma Tonino c’era e c’è. Occupava ed occuperà uno spazio importante nel cuore di chi lo ha conosciuto o di chi lo ha ascoltato anche solo musicalmente. Briganti se nasce, briganti se more….

Scorriamo la home e troviamo la storia del gruppo.

I Briganti di Terra d’Otranto”, nascono nell’estate 2001 a Martignano, piccolo paese della Grecìa Salentina.

… sono un gruppo salentino di raffinatissimi interpreti e apprezzati compositori che rappresentano la sintesi perfetta tra pizzica, melodia grika, tradizione popolare e musica d’autore moderna. La capacità espressiva e l’impegno profuso nell’esecuzione, nel riadattamento e nell’interpretazione dei brani musicali della tradizione salentina, a mano a mano acquisito, la particolare cura data alle sonorità affidate agli strumenti con i quali, sin dalle origini, tali brani venivano interpretati, e soprattutto alla modulazione delle voci, hanno consentito ai Briganti di Terra d’Otranto di esibirsi nelle più svariate manifestazioni italiane e all’estero con entusiasmanti riscontri di pubblico e critica. Il nome ‘briganti’ indica la condizione di chi nella musica si ribella alla globalizzazione del mercato e dei media e si impegna per preservare la propria identità dalla colonizzazione ed erosione culturale della propria tradizione. Con tamburelli e tamburi nella sezione ritmica, tre voci soliste, chitarra, violino e flauto come strumenti principali, i Briganti di Terra d’Otranto riescono a miscelare timbri e sonorità diversi che si alternano e si rincorrono in un’iridescente tavolozza di suoni scintillanti e fantastici, coniugando le molteplici e dirompenti pulsioni di un territorio nel quale anche gli elementi della natura sembrano armonicamente vibrare con la musica che vi si suona. La pulsione energetica dell’antico tarantismo sgorga dal vortice ossessivo del tamburello, mentre la dolcezza delle melodie esalta la cultura di un popolo che ancora canta l’amore come ideale greco di contemplazione e di bellezza suprema.

Tonino se ne va con discrezione e nel silenzio dei rumori della notte salentina d’estate per eccellenza, quasi a sigillare un legame indissolubile con quella con non è la fine di una vita, bensì il trapasso verso un’altra “missione”. Tonino Friolo, classe 1958, voce storica de “I Briganti di Terra d’Otranto” e’ andato oltre. L’ultima esibizione di Tonino era stata qualche tempo fa a Caprarica. Martignano si è svegliata incredula.

Tocchera’ a Giovanni Sperti, Antonella Esposito, Christian Palma, Andrea Cappello, Stefano Blanco, alle volontà del figlio,  raccogliere il testimone di Tonino e portare in giro il folklore scevro da contaminazioni eccessive, come sanno fare i Briganti, preservardo le vere radici di un territorio.

Un territorio che a volte non da niente a nessuno se non l’immagine di sé spesso non vera. Fatta di stupidi slogan, grandi palcoscenici forzati e una desolante distrazione. Se non sei nel business non fai notizia. Tonino ha vinto anche in questo è andato via senza luce dei grandi riflettori, senza giornalisti rompicoglioni dalle stupide domande inopportune, ma fra il ritmo  dei suoi non elencabili amici ed accompagnato da una grande “ronda” della vita oltre la morte, la musica continua nei tamburelli di  legno di faggio, pelle di capra o capretto, sonagli in latta o ferro, sbalzati e cesellati a mano, personalizzati di diametro, altezza della cornice, numero di sonagli, colori, decori – e lacrime – che  hanno accompagnato un tumulto di anime per  un amico che va’ avanti.

Pazienza se la grande stampa non ne ha parlato o ne ha parlato poco. C’erano gli amici di sempre e chi a Tonino voleva bene veramente. Ne parlerà la storia di questa terra, arsa te lu sule e qualche fiata puru de sentimenti de attenzione.

Ciao Tonino.

Precedente No, Presidenta Boldrini. Cosi' non va'. Successivo Giovanni De Luca, Consigliere dell'Unione dei Comuni del Nord Salento incontra Ferrovie del Sud Est. Massimo impegno per consentire un avvio di anno tranquillo.