Nei giorni scorsi l’ex Governatore della Regione Puglia Nichi Vendola intervistato dal direttore di una emittente televisiva ha affermato: « Io non sono mai fuggito dalla politica. La politica è una malattia da cui non si guarisce. Torno, anche se resto in seconda linea».
Vendola pare abbia dimenticato i disastri lasciati sul campo dalla sua azione al Governo regionale. Una rinfrescata è d’obbligo, dall’incapacità di amministrare i fondi europei per la formazione professionale, alla totale assenza di un piano industriale per la riconversione dei rifiuti che chiuda il ciclo della raccolta; dal piano di riordino ospedaliero in continuità con quello del suo predecessore malgrado le vane promesse da campagna elettorale e l’assenza di una rivisitazione di alcuni snodi strategici dello stesso, al totale fallimento delle politiche ambientali assorbite alle lobby industriali private; dalla mancanza di dialogo con il governo sugli asset strategici per il mezzogiorno che hanno portato alla mancanza dei trasferimenti per le associazioni al ritardo suo sui grandi temi del turismo.
Sono solo alcune delle grandi questioni per le quali Vendola non può fare la morale ad Emiliano quando afferma: : «Questo simpatizzare con i referendum del Lombardo-Veneto, magari con qualche nostalgia neo-borbonica non ha senso. Io auguravo al mio successore di essere veramente in grado, come aveva annunciato nella lunghissima campagna elettorale, di fare molto meglio di come avessimo fatto noi, ma l’impressione è di una regione in affanno, stanca, senza un’idea di cosa sia il governo, senza un’idea della Puglia. Sono disilluso come molti pugliesi. La primavera pugliese si è trasformata in un inverno».
Nel novembre 2009 durante una conferenza stampa di presentazione del “Rapporto ambiente e sicurezza”, Luigi Abbate, giornalista di una emittente tarantina si avvicina a Emilio Riva ex patron dell’acciaio e chiede: “La realtà non è così rosea visti i tanti morti per tumore…”. Riva risponde: “Ve li siete inventati” e si salva grazie all’intervento del suo addetto alle relazioni istituzionali Girolamo Archinà, che strappa letteralmente il microfono dalle mani del giornalista.
Nell’intercettazione, il governatore di Puglia ride di gusto dicendo ad Archinà di aver apprezzato “lo scatto felino” e di essersi divertito insieme al suo capo di gabinetto, “scena fantastica”, mentre il giornalista lo definisce una “faccia di provocatore”. Vendola afferma di aver fatto davvero le battaglie in difesa della vita e della salute e suggerisce di “stringere i denti” di fronte a questi improvvisatori “senza arte né parte”.
Poi aggiungei: “Dite a Riva che il presidente non si è defilato”.
Restano sul campo della buona azione di Governo di Vendola gli strascichi, come i 31 indagati ed i sequestri della centrale Enel di Cerano, Cementir di Taranto e parchi Ilva eseguiti nei confronti di Enel Produzione spa un sequestro per equivalente dell’ingiusto profitto che avrebbe ricavato, pari a 523 milioni e 326 mila euro, per il periodo settembre 2011-settembre 2016. Il periodo di Governo di Vendola che in materia di prevenzione e tutela della salute pubblica, non ha proferito verbo ma ha preferito ammiccare ghignando.
La Cementir di Taranto, per produrre cemento, acquistava ceneri dalla centrale Enel di Cerano (Brindisi) e loppa d’altoforno dall’Ilva che immetteva direttamente nel processo produttivo: le prime, però, contenevano olio combustibile e gasolio, e quindi si trattava di rifiuti. Ed il cerchio dei rifiuti invece qui, si chiude.
Torna Vendola. Torna alla politica politicante, lo fa alla vigilia delle elezioni politiche per “guadagnarsi” un seggio in parlamento. Lo fa perché la politica “è una malattia”. Prenda casa a Taranto allora, dove suo figlio potrà respirare in maniera solidale con gli altri bambini di Taranto l’aria di “quell’avviene svenduto”.
Se la politica è una “malattia”, lì di malattie se ne intendono.