“Aiutiamoli a casa loro”, ma quella visione rautiana era diversa dal renzismo di oggi.

  • Editoriale di Giovanni De Luca.

In materia di politiche migratorie e di quell’immigrazione indotta dalle multinazionali del profitto (e dai mercanti di schiavi del terzo millennio), noi abbiamo rappresentato sempre una “destra” atipica, “terzomondista” orientata dalla dottrina sociale della Chiesa -quella che non specula sulla pelle degli ultimi  – contaminata da quel socialismo delle origini, che al netto delle utopie e della demagogia marxista, fonda i suoi principi di uguaglianza fra i popoli sulla difesa delle identità, del diritto ad uno sviluppo armonico e determinato da processi naturali, nella piena solidarietà internazionale a fronte di carenze strutturali dovute alle condizioni climatiche o geopolitiche di molti popoli.
Aiutarli a casa loro” era per noi, lo è ancora, un ragionamento logico quanto umano. Nessun uomo e nessuna donna, se non spinti da una innata passione per l’avventura, per il completamento della formazione culturale personale lascerebbe la sua terra e la sya gente in condizioni normali. Nessuno se non spinto dalla disperazione e nelle possibilità, abbandonerebbe la sua terra, la sua casa, i suoi cari, attanagliati nella miseria, dalla fame, dalla sete o peggio ancora dalle malattie mortali che l’occidente aveva superato più di un secolo fa.

Aiutarli a casa loro” voleva dire – vuol dire per noi “rautiani” – combattere le ineguaglianze globali rinunciando anche ai privilegi di questo parte del nostro mondo ed aprendo corridoi umanitari regolari,  gestiti dagli Stati con l’aiuto delle organizzazioni umanitarie internazionali.  Canali umanitari che inevitabilmente spezzerebbero le gambe ai trafficanti di uomini e alle mafie internazionali che oggi imperversano sul Mediterraneo sostenute da un sistema di governo parallelo denominato Nuovo Ordine Mondiale.

Il nostro “aiutiamoli a casa loro“, era ed è sintesi di decine e decine di pagine ricche delle nostre fervide tesi politiche, sostenute da un ottimo impianto progettuale ma che ci pone in una posizione di crisi non solo con i nostri avversari tradizionali -quella sinistra ideologica ed ideologizzata che ci accusa perché coinvolta, inficiata, collusa, affiliata e sostenuta proprio da chi in quel sistema ne è a capo – ma anche con il nostro mondo con quella destra politica che rivendica una sorta di “sovranità nazionale” che è ormai fuori dai tempi e dalla storia. La sovranità nazionale va sì riaffermata, ma in capo all’Europa dei Popoli e delle Patrie,  in contrapposizione con l’attuale comunità economica e finanziaria di Bruxelles, all’interno della quale una multinazionale è dieci volte più forte di uno Stato Nazionale. Bisogna dare autorevolezza alla grande “vecchia Europa”, cedendo un po’ di sovranità, per avere meno piccoli Stati egoisti e più Europa Nazione.

Ma per tornare alla nostra concezione, all’approccio di questo problema in discussione, bisogna sottolineare che nulla si ha in comune con il motto usato recentemente da Matteo Renzi. Prima di tutto perché le  politiche di cooperazione e co-sviluppo di questi ultimi governi italiani sono state completamente sbagliate. Hanno alimentato un piano Marshall per l’Africa nel quale, l’assistenzialismo ha condannato i governi africani all’improduttivita’,   ha fatto crescere la corruzione, ha fatto proliferare guerre di interessi spesso mascherate da guerre etniche. L’Italia è il sesto paese che esporta armi.

“Aiutiamoli a casa loro”  vorrebbe dire, per noi smetterla di sfruttare le risorse naturali di quell’area: petrolio, gas naturale, carbone, stagno, diamanti , uranio, rame, cobalto, piombo, zinco, oro, amianto, cromo, minerali di ferro, Nichel, bauxite quindi, di contro, vorrebbe dire mettere in ginocchio la catena produttiva, consumistica, capitalista di “casa nostra”, poiche’  più della metà delle materie prime dei nostri elettrodomestici vengono da li. Ecco che incombe l’ombra di quelle multinazionali del profitto che spesso richiamiamo.

Aiutarli a casa loro” per noi vorrebbe dire  investire  in scuole, ospedali, sviluppo locale, infrastrutture, energia sostenibile e rinnovabile, reti di mobilità sostenibile.  Questo però andrebbe drammaticamente in rotta di collisione con gli interessi internazionali di molti Stati, delle ONG di Soros, tanto per fare il nome di un magnate fra i più  spregiudicati e noti.  Vorrebbe dire ridiscutere tutto il rapporto sulle strategie geopolitiche, sul cambiamento climatico in atto, sul processo di desertificazione di immense aree del pianeta, sui disastri ambientali. Cause  -che come si sa’ – inducono alla fuga dalle guerre. Guerre fra confinanti per la gestione di un pozzo, di un ospedale, di una strada, insomma quel terzo e quarto mondo abbandonato e del quale la grande stampa internazionale non si interessa, non vede, non sente e non parla, perché anch’essa anello strategico di una catena utile a deviare l’opinione pubblica e le masse per non far venir meno il desiderio dell’oggettistica, dei beni, della proprietà che egoisticamente ha sostituito Dio e messo al centro di tutto l’uomo, nella sua forma imperfetta, animalesca, irrazionale e quindi diabolica.

Per loro meglio farli arrivare a casa nostra, in questa strategia di sostituzione etnica, di disintegrazione sociale perché lo Stato Sociale ha un costo che l’alta finanza non vuole più sopportare. Mentre noi ragioniamo – e  non solo sul ruolo dei confini che vanno rivisti, sulle visioni di strategia politica che non possono’ ridursi, come fanno Salvini ed alcuni dei nostri,  ad una denuncia degli effetti, la denuncia deve andare a colpire la causa, ossia le politiche liberali e turbo capitaliste (bisogna farlo ora che la crisi ne pervade le fondamenta e si leva all’orizzonte l’alba della nostra Terza Via) ecco irrompere sulla scena il “bomba”. Per Renzi  “aiutiamoli a casa loro” vuol dire scaricare il problema affinché i più se ne disinteressino, perché il “renzismo” vuol dire questo, il vuoto e la demenzialita’ figlio del relativismo etico, contrapposto ad una precisa etica morale che è la nostra, una precisa visione del mondo che affonda le radici in qualcosa di solido, che si basa sulle forze dell’ordine naturale contrapposte alle forze del Kaos delle quali, ad esempio, Matteo Renzi è l’espressione piu demenziale e banale Ma che  in Italia potrebbe tornare al Governo e se non lui, qualche suo simile.

Anche questa è complessità dell’azione politica oggi. Nuotare con le nostre tesi e le nostre convinzioni, nel mare della banalità, schiacciati da problemi epocali.

 

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