Lecce. Sbarrate porte e “fenesce”. Passano “li pesticidi”

Non firmerò – come vengo sollecitato a fare – un’ordinanza per vietare l’uso dei fitofarmaci; né impugnerò con ricorso al TAR – come vengo sollecitato a fare il decreto sulle “misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione della xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana”.

Carlo Salvemini chiude drasticamente alle goliardiche e folkloristiche prese di posizione del Consigliere Comunale di “Andare Oltre Lecce” Massimo Fragola. Niente mezze posizioni, niente aperture anzi, quel “stampagnati le fenesce” resta solo una simpatica trovata da campagna elettorale che tanto é piaciuta alla leccesotta destra borghese alla “Fred Perry”. Il discorso é chiuso e non c’è nemmeno bisogno di un confronto.

Una figuraccia per gli appassionati supporters “dell’ultrapolitica”.

Perché?

Perché Lecce non è Nardò. Quindi, se pur la presa di posizione del Sindaco del centro neretino, ossia un ordinanza per vietare l’utilizzo dei fitofarmaci nella sua città, lascerà il passo al rispetto di una Legge dello Stato, sostenuta anche da altri provvedimenti d’attuazione del Governo regionale di Emiliano secondo il quale “la disobbedienza civile alle leggi non esiste”, intanto il Sindaco di Nardò ha lanciato un messaggio politico forte. Salvemini, il Sindaco di Lecce, pure.

“Non ho condiviso la scelta del Sindaco Salvemini – dichiara Massimo Fragola – rispetto alla decisione di non emettere alcuna ordinanza per sospendere l’uso di pesticidi “anti xylella” sul territorio comunale; non ne capisco le motivazioni ed i fatti, a rigor di logica, avrebbero dovuto spingere ad una cautela nei confronti del territorio e della comunità leccese” ed all’augurio che Salvemini ci ripensi, segue il più totate disinteresse del primo cittadino in altre faccende già affaccendato.

Salvemini segue la linea “politicamente corretta”, del Partito Democratico al fianco di Martina e di questa Europa.

Seconda ennesima figuraccia e dimostrazione ormai innegabile, qualora ce ne fosse bisogno, della marginalita politica e dell’irrilevanza amministrativa grave, gravissima nel momento in cui si dovrà riconoscere che non c’è stato nessun cambiamento di rotta a Palazzo Carafa, solo un cambio di guardia fra due interessi differenti, quello di alcuni tecnici  estromessi se pur maggioranza a primo turno, a vantaggio di altri tecnici che Lecce mai avrebbe voluto  e permesso. Tutto questo con l’appoggio di una destra reazionaria, inconcludente, ideologizzata, improduttiva e stupida.

Che questo Fragola lo soffra, si vede e si percepisce. Forse spera solo che l’asse “Di Maio- Salvini” porti anche il secondo a Palazzo Chigi, a quel punto Roberto Marti potrebbe ordinare ai suoi tre in Consiglio di staccare la spina per lanciare un opa sulla città: il nuovo Fitto c’è, i suppellettili di oggi e per il domani pure.

Agli “ex di tutte le possibilità”, ex ragazzi del FDI,  ex missini, ex alleanzini, ex meloniani, ex – un futuro certo da “martinani”.

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